Nasce la “Serenissima” con l’incognita Cavallino

L’azienda sanitaria 3 unifica 23 Comuni veneziani per oltre 640 mila assistiti Il comune del litorale resta con Venezia per un anno ma chiede il referendum
Di Mitia Chiarin

MESTRE. «Ai cittadini una promessa: vogliamo che si sentano utenti di un’azienda sanitaria più grande e migliore. Lavoriamo per questo: perché tutti possano avere dalla nuova Usl 3 Serenissima risposte più piene e più puntuali. Ce la faremo, con l’aiuto di tutti».

Maxi azienda Serenissima. Questo l’augurio nel giornalino dell’azienda di Giuseppe Dal Ben, nuovo direttore generale della “Serenissima”, la grande Azienda che unifica la 12 veneziana, la 13 di Mirano e la 14 di Chioggia. Una unica azienda per 23 Comuni su 1.361 chilometri quadrati di territorio, con 640.399 residenti assistiti e un finanziamento complessivo superiore al miliardo di euro. Circa 7.600 i dipendenti. I posti letto disponibili negli ospedali di Mestre, Venezia, Chioggia, Mirano, Dolo e Noale saranno 1.837, cui si aggiungono i 510 delle strutture private convenzionate. La media sarà di 3,7 posti letto ogni mille abitanti. «Il messaggio agli utenti è che per i cittadini tutto resta uguale e semplice. La nascita dell’Usl 3 Serenissima progressivamente mostrerà agli utenti i vantaggi di un’organizzazione nuova; ma nel frattempo ospedali, sedi, riferimenti, servizi sia dell’ambito ospedaliero che territoriale, restano quelli consueti e rodati», spiega una nota dell’azienda di Dal Ben. «Niente stress da fusione, quindi».

La nuova Usl 4. La nuova Usl 4 è motivo d’orgoglio per il direttore generale Carlo Bramezza che lavorava a un ospedale unico del Veneto Orientale. Mantenere l’Usl, e l’ingresso nel 2018 di Cavallino Treporti, è un risultato centrato che mette d’accordo cittadini e amministratori locali. La realpolitik ha prevalso. «Il presidente Zaia», commenta Bramezza, «ha compreso l’importanza di avere una Usl confermata in questo territorio così vasto e con una forte impronta di sanità turistica. Ecco che si spiega l’ingresso di Cavallino Treporti, che già gravitava sulle nostra strutture, in un’azienda di riferimento per quasi 30 milioni di presenze turistiche. Cavallino Treporti avrà un punto di primo intervento come Bibione e Caorle, tutte con riferimento all’ospedale di Jesolo». Sostanzialmente le cose non cambieranno molto e i presidi ospedalieri saranno mantenuti e possibilmente potenziati come già sta accadendo da diverso tempo. Nei giorni scorsi San Donà ha inaugurato ad esempio la nuova risonanza magnetica, del tutto assente fino a oggi. E lo stesso accadrà a Jesolo e Portogruaro, dove sono stati effettuati altri lavori e interventi. «I tre ospedali resteranno dove si trovano e saranno potenziati», prosegue Bramezza, «con San Donà che avrà una specializzazione di polo medico, Portogruaro di polo chirurgico e Jesolo riabilitativo e per il turismo. Noi andiamo avanti secondo le direttive della Regione e del presidente Zaia e i risultati si stanno già vedendo con nuovi investimenti importanti per la sanità del Veneto Orientale».

Cavallino verso il referendum. Cavallino-Treporti, in attesa del passaggio all’Usl 4 Veneto Orientale dal 1° gennaio del 2018 stabilito dalla Regione, si avvia verso un referendum consultivo in primavera sul cambio Usl, richiesto a gran forza dai gruppi di opposizione “Idea Comune” e “Civica”. Le minoranze si fanno interpreti del volere di parte della cittadinanza e delle associazioni. La proposta sarà discussa nel consiglio comunale del 17 gennaio prossimo. Sul tavolo il mantenimento dei servizi del distretto di Ca’ Savio, ma anche il destino dell’ospedale di comunità con alcuni posti letto e il punto di primo intervento nella sede di Ca’ Vio. «Per le cure importanti sarebbe comunque necessario dislocare in un centro specializzato», apre il sindaco Roberta Nesto riferendosi all’ipotesi di ospedale unico. «Certamente su questo fronte anche Cavallino-Treporti potrebbe essere chiamata alla consultazione da parte della Regione se davvero ci considera sul tavolo delle questioni. Abbiamo fatto di tutto per rimanere nella Usl, purtroppo non possiamo impugnarla essendo una norma regionale, perché non c’è un vizio procedurale né un vizio di costituzionalità. Solo con una lista di servizi da garantire, che abbiamo già richiesto alle associazioni, torneremo ad avere potere contrattuale con la Regione». Sul referendum la sindaca Nesto rimane dubbiosa. «Indire adesso un referendum potrebbe bloccare la strada degli accordi».

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