Addio al professor Vittorino Pietrobon, colonna di Giurisprudenza a Padova

Si è spento a 99 anni. Trevigiano, era professore emerito di Diritto Civile dell’ateneo patavino. Zaia: «Un’istituzione»

Andrea Passerini
Vittorino Pietrobon
Vittorino Pietrobon

La scuola giuridica e l’università italiana perdono un pilastro: il 31 maggio è mancato il professor Vittorino Pietrobon, docente di Diritto Privato all’Università di Padova, cattedra che raccolse dal mitico Giovanni Carraro con cui si era laureato negli anni ‘50. Tuttora era professore emerito del Bo, ed onorario a Innsbruck, dove aveva pure insegnato. Aveva 99 anni.

Partigiano e cattolico

«Se ne va un monumento», è il commento di colleghi ed allievi. Trevigiano, di famiglia cattolica ed impegnata nel sociale, avrebbe rifiutato, ancora studente al Canova, la chiamata della Repubblica Sociale Italiana per unirsi ai partigiani “Brigata Badini” (e fu insignito della Croce al merito di Guerra nel 1966).

Dovette rinviare la maturità perché la Raf, dopo la guerra, gli chiese di fare l’interprete per la commissione che indagava sui piloti caduti nella battaglie aeree sui cieli d’Italia. E avrebbe sostenuto l’esame solo nel 1948.

Il suo curriculum da docente lo vide iniziare all'Università di Trieste, quindi a Cattolica di Milano, finché nel 1971 venne chiamato dalla “sua” Giurisprudenza a Padova per assumere una delle due cattedre di Istituzioni di Diritto Privato, e poi, dal 1980, quella di Diritto Civile, retta fino al 2000. Diresse l’istituto di diritto privato dal 1983 al 1997, ed insegnò per moltissimi anni anche all'Università di Innsbruck.

«Severo ma giusto»

Fu certamente una colonna di Giurisprudenza al Bo, con altri leggendari docenti (Trabucchi e Mazzarolli, per citarne alcuni), nonché lo spauracchio di almeno tre generazioni di studenti.

La sue pubblicazioni, dalla contrattualistica al diritto di famiglia, dal negozio giuridico all’errore dei giudici, sono altrettanti totem che hanno formato giudici, avvocati e dirigenti pubblici.

«Era molto severo, rigoroso, ma mai ingiusto», dice chi ha passato il suo temutissimo esame. «Le sue lezioni erano densissime, mai facili: tutta sostanza». Nella vita privata era ironico, spiritoso, incline alla battuta, di gran compagnia.

Zaia «Un’istituzione»

E non a caso il presidente delle Regione, Luca Zaia lo ricorda così, nel porgere le condoglianze ai familiari: «Per generazioni di studenti la firma del professor Pietrobon sul libretto, dopo l’esame, assumeva un valore quasi più elevato di promozione e voto; traduceva la serietà dell’esame sostenuto in un via libera alla professione forense. Quando si parla di Diritto Civile, il suo è il nome di uno di quei docenti che identificano la materia, nome legato alla storia dell’Università di Padova che ha servito a lungo con passione, contribuendone alla grandezza e a mantenerne universale la fama nel campo della Giurisprudenza». E ancora: «Apparteneva ad una generazione di studenti in tutte le discipline che, in ogni ambito, sarebbe divenuta la classe dirigente della nostra terra, facendosi conoscere a livello nazionale e internazionale, Pietrobon è stato testimone e protagonista di un secolo di storia veneta».

Marcello Maggiolo, docente e attuale direttore del dipartimento di diritto privato del Bo, ha reso omaggio, con «intensità e commozione» alla figura di Pietrobon: «Ci uniamo al rimpianto ed al cordoglio di tutti coloro che hanno amato il Maestro scomparso e che hanno avuto il privilegio di seguire il suo Magistero scientifico», ha scritto.

Le sue opere

Tra i suoi scritti, certamente "L'errore nella dottrina del negozio giuridico" ( 1963), "Errore, volontà e affidamento nel negozio giuridico" (1990), "Il dovere generale di buona fede" ( 1969), "Illecito e fatto illecito, inibitoria e risarcimento" ( 1998) e le voci nella Giuridica Treccani – "Errore", "Incapacità naturale" e "Presupposizione" – ma anche il "Commento agli articoli 122 e 123 del codice civile" nel Commentario alla riforma del diritto di famiglia diretto da Carraro, Oppo e Trabucchi del 1976.

E poi i saggi: "Gli atti e i contratti compiuti dall'incapace naturale", in Contratto e Impresa, 1987, "La presupposizione" , in Quadrimestre 1987, e quelli sull'essenza del matrimonio civile e sull'ingiustificato arricchimento. Alcune sono state tradotte in lingua straniera.

L’ultimo saluto

Lascia la moglie Anna Maria, sposata a fine anni ’50, le figlie Alessandra, Caterina ed e Elisabetta, il nipote Leone, Guido. Venerdì 6 giugno i funerali, a San Nicolò, alle 10.30.

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