L’oro e gli alimentari affondano in laguna

Alimentari, abbigliamento e oreficeria i settori più in crisi nel centro storico di Venezia. Almeno 150 le aziende a rischio secondo l’Ascom di Venezia. Si propone che vengano favorite le conversioni delle licenze verso i prodotti tipici veneziani
VENEZIA.
Alimentari, ma soprattutto negozi di abbigliamento e di oreficeria sono i settori in crisi in centro storico a Venezia. Almeno 150 le aziende a rischio secondo l’Ascom di Venezia, al punto da proporre che vengano favorite le conversioni delle licenze verso i prodotti tipici veneziani.

«Si sta vivendo un periodo molto difficile» ammette il presidente dell’Ascom veneziana, Roberto Magliocco. «In passato si è pensato erroneamente di tutelare la città mettendo il veto sulle specialità locali come vetro, pizzi, cuoio e artigianato storico in generale. In realtà - continua il rappresentante dell’Ascom - non si è bloccato il made in India, Taiwan o Cina, col risultato che adesso ci sono alcuni settori in grave crisi che non hanno alternative».

In particolare ci sono gli orafi e chi ha negozi di abbigliamento di una fascia media di spesa: quella tipica dei grandi centri commerciali. «All’assessore Bortolussi abbiamo già sottoposto il problema e si è detto favorevole a una liberalizzazione - spiega Magliocco - Lo stesso faremo con il vicesindaco attraverso la delibera di giunta dell’Ascom che abbiamo approvato nei giorni scorsi».


Il 5 per cento del totale delle attività legate all’Ascom veneziana non è una percentuale irrisoria. E le zone più a rischio sarebbero Cannaregio e Castello. «Soprattutto la parte est di quest’ultimo sestiere attraversa un periodo poco florido» dice Magliocco.

«Purtroppo l’oro non è più considerato un bene rifugio, perché è stato soppiantato dal mattone. E questo è il risultato. Dare la possibilità a chi ha determinati negozi di modificare la licenza o vendere a chi voglia farlo, sarebbe la soluzione ideale, aprendo a settori tipici come il vetro marchiato di Murano oppure pizzi e altre specialità veneziane».


Anche se sofferente, il settore alimentare appare però leggermente in ripresa. «E’ curioso vedere come ci siano alcuni giovani che si stanno dando da fare sotto questo profilo - conclude il presidente dell’Ascom di Venezia. - E’ forse in corso una sorta di rinnovamento, associata a una ricerca della qualità e della specialità gastronomica. Ma si deve in generale intervenire al più presto possibile, perché a Venezia, e soprattutto a Castello est, ci sono tantissimi negozi che hanno chiuso diventando solo magazzini».

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