Lista Zaia in Veneto, ecco chi sono donne e uomini del presidente
Ma Meloni potrebbe chiedere di inserire anche profili civici vicini a FdI. Evento spartiacque è stato il voto sul fine vita in consiglio regionale. Il presidente dopo quello snodo ha chiuso i ponti con molti contrari

Lista Zaia, alias: tutti gli uomini del presidente. In questa calda estate pre elettorale si fa un gran parlare della famosa Lista Zaia, cioè la lista elettorale del presidente uscente. È stata la vera sorpresa delle scorse elezioni, visto che ha doppiato la lista ufficiale della Lega. Grazie a quello storico 44% sono entrati in consiglio regionale amministratori locali che mai avrebbero pensato di fare della politica un lavoro. E invece il grande consenso del “doge” ha consentito loro di diventare piccoli parlamentari locali.
Ora però sta cambiando tutto: Zaia non si può più ricandidare per sopraggiunto limite dei mandati e FdI sta occupando gli spazi lasciati liberi da una Lega in forte calo di consensi.
Cosa può smuovere una Lista Zaia
Ecco che una Lista Zaia alle prossime elezioni regionali, oltre a un fatto politico di rilievo, sarebbe anche la scialuppa di salvataggio per tanti politici veneti altrimenti destinati a sparire. Il piccolo esercito zaiano si è sfoltito parecchio in questi ultimi cinque anni. Un evento che ha rideterminato l’elenco delle persone a lui vicine è stato il voto sul fine vita. Chi ha scelto di votare contro questa battaglia che Zaia si era intestato, è uscito per sempre dalla cerchia di fedelissimi. Chi sarebbero, dunque, i papabili per la lista Zaia?
Papabili e non
Partendo da Treviso, suolo sacro della Lega e terra natia di del presidente, senza ombra di dubbio bisogna partire da Alberto Villanova, capogruppo della Lega in consiglio regionale: dentista di professione, volto buono del leghismo razza Piave, è lui il fedele scudiero del governatore, sempre pronto a schierarsi in prima linea per la causa.
Con Villanova c’è anche Sonia Brescacin, che presiede la strategica Commissione Sanità. Pollice verso, invece, per Roberto Bet, uno dei più convinti oppositori del fine vita. E anche l’assessore Federico Caner, con i suoi presunti ammiccamenti con Forza Italia, si è notevolmente allontanato dal “dream team”. In bilico Nazzareno Gerolimetto e Piero Possamai, né troppo vicini ma neppure lontani dal Pres.
A Verona non c’è dubbio sul fatto che la persona più vicina a Zaia sia Elisa De Berti, vicepresidente della Regione e assessora alle Infrastrutture. Tutti gli altri missing, scomparsi. Filippo Rigo è vicino a Paolo Borchia, da tanti accreditato come l’orchestratore della fronda contraria al fine vita. Quanto agli altri, Enrico Corsi sta per uscire dalla Lega; Alessandra Sponda è in un limbo; Marco Andreoli è uscito dalla Lega per passare a FdI.
In provincia di Vicenza i primi due a entrare in lista Zaia sarebbero certamente il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti e l’assessora alla Sanità Manuela Lanzarin. Anche Andrea Cecchellero sarebbe uno degli aspiranti ma non lo aiuta la vicinanza a Marino Finozzi, da sempre molto critico nei confronti di Salvini e quindi inviso alla governance del partito. Anche Milena Cecchetto potrebbe ambire a un posto. Niente da fare, invece, per Marco Zecchinato, molto più vicino a Stefani che a Zaia. Out Silvia Maino e Stefano Giacomin.
A Rovigo probabilmente sarebbe solo Silvia Cestari a ottenere un posto nella Lista Zaia, addirittura scavalcando l’assessore regionale Cristiano Corazzari, che in questi anni non ha proprio fatto breccia nel cuore del governatore.
A Belluno uomini e donne del presidente sono senza ombra di dubbio Giovanni Puppato e Silvia Cestaro. È uscito dal cerchio magico invece l’assessore alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin, un tempo molto vicino a Zaia. Lavorando gomito a gomito però i rapporti si sono deteriorari e, attualmente, è l’unico assessore a non aver presentato domanda per una ricandidatura.
Restano poi Padova e Venezia. Nella città di Sant’Antonio è rimasta solo Elisa Cavinato. Giuseppe Pan e Giulio Centenaro sono della corrente Bitonci-Stefani mentre per Roberto Marcato la dinamica è un po’ più complessa. L’assessore regionale allo Sviluppo economico è sempre stato molto vicino a Zaia. A differenza di molti altri però Marcato ha una indipendenza decisionale che spesso lo porta ad agire autonomamente. E Zaia, come tanti leader, non gradisce. Questo è uno dei motivi per cui, negli ultimi tempi, il rapporto tra i due si è un po’ raffreddato. O almeno questo è ciò che emerge da fonti interne al partito.
In laguna il prediletto del presidente è senza ombra di dubbio Francesco Calzavara, ex sindaco di Jesolo e attuale assessore regionale al Bilancio. Preparato, corretto, fedele. Se la lista Zaia ci sarà, un posto ce l’ha di certo. E lo stesso vale per Rosanna Conte, e forse pure per Francesca Scatto. In questo elenco veneziano ci starebbe anche Fabiano Barbisan, ma la sua espulsione dal partito per le frasi inopportune complica tutto.
Questa è la galassia degli zaiani, che incrociano le dita perché l’operazione vada in porto. Ma c’è un ma. Se Giorgia Meloni dovesse accettare la presenza di una Lista Zaia non è scontato che poi questa sia composta con nomi di soli leghisti. Può essere che la leader politica chieda come contropartita da inserire all’interno anche esponenti del mondo civico vicini a FdI. Un bel rospo da ingoiare per chi da 15 anni è abituato a fare disfare. —
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