Le imprese continuano a preferire i diplomati

Oltre 82.300 le assunzioni totali previste nel 2007: i laureati si fermano al 7,8%
VENEZIA. Il Veneto è fra le prime regioni in Italia per numero di assunzioni, insieme a Lombardia e Lazio. In totale le cifre parlano di 312.200 assunzioni per il 2007, pari al 37% dei nuovi ingressi in azienda. Emerge dal Rapporto Excelsior 2007 di Unioncamere. Lo studio ha analizzato il fabbisogno occupazionale di 100 mila aziende italiane. Al netto dei pensionamenti e degli altri contratti, in Veneto ci saranno 82.370 possibilità di nuova occupazione. Nel cuore del Nordest, a crescere saranno soprattutto l’industria dei metalli (2.050 nuovi assunti), il settore alberghiero e l’industria meccanica e dei mezzi di trasporto.


La dinamica occupazionale

Il numero delle assunzioni previste in Veneto è il secondo più elevato d’Italia, superato solo dalla Lombardia con 149.860, e maggiore rispetto al Lazio (79.970). Le 82.370 entrate venete serviranno in parte a colmare le uscite (73.910 posti di lavoro), chiudendo con un saldo positivo di 8.460, pari a un tasso di crescita dello 0,7%. Ma a livello nazionale, se si analizzano i tassi di crescita, lo scenario inizia a cambiare. La regione più dinamica è il Molise, che si attesta su un tasso di crescita del 3,1% (1.160 il saldo), seguito dalla Basilicata (tasso dell’1,7%, su un saldo di 1.210). Negativa solo la Valle d’Aosta, dove le uscite (3.910) saranno maggiori rispetto alle entrate (3.870) e implicheranno un saldo negativo di 40, pari a un tasso di crescita a -0,1%. Complessivamente, il 2007 porterà in Italia a 839.460 entrate, 756.430 uscite, per un saldo di 83.020 e un tasso di crescita dello 0,8%. Considerando le tre regioni nordestine, la più vivace a livello di assunzioni è il Trentino-Alto Adige, per il quale le previsioni indicano 23.060 entrate, 20.180 uscite, per un saldo di 2.880, pari a un tasso di crescita dell’1,3 per cento.


Fuori i diplomi

La provincia veneta che assumerà un numero maggiore di persone è Venezia, con 17.090 lavoratori, seguita da Verona (15.440), Padova (15.050), Treviso (13.590) Vicenza (13.280), Belluno (4.680). Chiude Rovigo, con 3.250 assunti. A firmare un contratto saranno soprattutto persone con un livello di istruzione di scuola superiore (il 35,9%), seguiti da chi ha la qualifica professionale (18,4%). Pochi i laureati: in Veneto il loro numero non supererà il 7,8% di media. Fa eccezione Verona, che con il 9,7% è la provincia veneta a più alto tasso di nuova occupazione per i laureati, seguita da Padova (9,3%). Un discorso a parte va fatto per i livelli dirigenziali e altamente specializzati, ai quali le imprese chiedono di preferenza il titolo universitario.


Il lavoro stagionale

Gli stagionali previsti in Veneto saranno 26.430, concentrati soprattutto in aziende con più di 50 dipendenti (13.710) e legate al settore del turismo (10.640). La provincia veneta che assumerà il maggior numero di stagionali sarà Verona (11.010), seguita da Venezia (6.040). Fanalino di coda, anche in questo caso, è Rovigo, che assumerà 860 stagionali.


La via della flessibilità
La maggioranza dei nuovi impiegati avrà un contratto a tempo determinato. Al contrario, diminuiranno molto le occupazioni a tempo indeterminato, che passeranno dal 60 per cento del 2001,al 45,4 per cento di quest’anno.

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