La Zaccariotto: finalmente mi sposo Sabato il sì della pasionaria leghista

Il giorno delle nozze con Giorgio Bonet è ormai arrivato. Galeotto il lavoro: lei ai servizi sociali, lui segretario generale al Comune di Spinea. "Sono entrata in politica per seguire lui. Condivide ogni mia decisione"
Francesca Zaccariotto e famiglia
Francesca Zaccariotto e famiglia
VENEZIA.
Dimenticate - almeno per le prossime 24 ore - l’immagine pubblica di Lady di ferro della Lega Nord che arringa il popolo padano dal palco di Riva dei Sette Martiri, chiede l’accusa di tentato omicidio per i «vu’ cumprà» che in fuga travolgono i passanti, manda la Polizia provinciale a pattugliare le spiagge per multare venditori abusivi e loro clienti, difende con la caparbietà del fare il suo doppio incarico di sindaco di San Donà e presidente della Provincia, incrocia più che di fioretto di spada con il Comune di Venezia sul campo sinti, cancella società in rosso - per deficit (come il Gral) o colore del presidente (Marco Polo Geie) - rivendica con orgoglio il diritto di spendere 9 mila euro per un lampadario «perché Ca’ Corner è uno scrigno d’arte, non un magazzino».


Domani Francesca Zaccariotto si sposa: «Finalmente, ce l’ho fatta: l’ho convinto», sorride felice. Emozionata? «Tantissimo». E si scioglie con un sospiro, tra un incontro con i pescatori in rivolta e un rinfresco d’auguri con i consiglieri.


Quando parla di Giorgio - Giorgio Bonet, padre di suo figlio Giulio (6 anni), direttore generale di Veneto Agricoltura, un figlio giornalista - gli occhi azzurri le luccicano allegri come quelli di un’adolescente: e si scopre così che è stato per amore se è diventata una pasionaria del Carroccio veneto. Pane, amore e Lega: tanto per parafrasare.


«Sì, sono entrata in politica perché era l’unico modo per vederlo», ride, «nel 1994 Giorgio era vicesindaco di Gentilini a Treviso, era dirigente della Lega per gli enti locali. Ero - sono - molto innamorata di lui e seguirlo nella sua attività politica era l’unico modo che avevo per stargli vicino. Galeotto fu il lavoro: ci siamo conosciuti al Comune di Spinea, io funzionario dei Servizi sociali e lui il mio segretario generale». «Alla fine, a furia di seguirlo, ho preso la sua stessa passione per la politica», aggiunge Francesca Zaccariotto, «e ora lui ha passato il testimone a me». Non sarà un marito che arriccia il naso se la moglie ha una cena di lavoro? «No, per carità: lui no, ma mio figlio Giulio sì», sorride ancora, «Giorgio mi capisce: avendo seguito questa strada prima di me, comprende in pieno questa passione per la politica. Mi è vicino sempre, condivide con me ogni decisione, impegni, responsabilità: lo aggiorno su tutto e non perde una puntata, conosce la pubblica amministrazione, lui è parte di ogni mia decisione. Se lui non viene, io non vado: penso sia bello così».


Una dichiarazione che sa d’altri tempi per una donna in prima linea in una politica coniugata ancora prepotentemente al maschile: «L’amore e la mia carriera politica sono andati avanti assieme. Quando ho partorito ero già sindaco, c’era il Bilancio da approvare e sono tornata al lavoro dopo quindici giorni. Tornavo a casa la sera con un senso di colpa enorme: avrei dovuto fare la mamma io e invece c’era Giorgio - per fortuna - a fare da papà e da mamma, girando per casa con quel fagottino in braccio. E ora - finalmente - ci siamo fatti questo regalo: il matrimonio, un premio per aver costruito questa storia, superato le difficoltà, creato una famiglia».


E ride ricordando quando quest’inverno - accompagnado il figlio a scuola - è stata fermata dai «suoi» vigili di San Donà perché stava per imboccare una strada in contromano: si era dimenticata di aver imposto, da sindaco, il senso unico su quella strada proprio una settimana prima.


Il figlio l’avrebbe voluta vestita di bianco, tra toulle e pizzi, come una principessa delle fiabe Disney. Domani, invece, abito grigio firmato Armani per la sindaca-presidente sposa, scelto dalla fida signora Costanza: «E chi avrebbe mai avuto tempo di scegliere un vestito per le nozze? Lei mi veste da sempre, mi conosce alla perfezione. E’ andata a Milano, mi ha portato sei abiti, mi ha mostrato questo ed è stato perfetto: dobbiamo ancora chiarire dove si dovrà preparare Giorgio per non vedermi prima della cerimonia».


Nozze che saranno celebrate dal sindaco di Treviso e segretario regionale della Lega Giampaolo Gobbo, «padre politico, punto di riferimento, guida costante» di Francesca Zaccariotto.


Mentre parla, la presidente-sindaca riceve auguri e doni di nozze: i colleghi di San Donà hanno regalato alla coppia una crociera, i dirigenti della Provincia una enorme collana di pietre dure rosa, i compagni di giunta provinciale - conoscendo la passione degli sposi per i nudi d’autore, dipinti soprattutto - il bronzo francese ottocentesco di una Venere seduta su una tartaruga, i consiglieri provinciali tutti una ciotola d’argento con bordo in filigrana d’oro.

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