La rettrice Lippiello: «Venezia sia un laboratorio aperto, campus diffuso per la crescita»

Centocinquantasei anni fa la Commissione mista del Consiglio Provinciale, Comunale e della Camera di Commercio di Venezia presentò al Regio Governo il progetto per la fondazione di una Regia Scuola Superiore di Commercio a Venezia redatto da Luigi Luzzatti ed Edoardo Deodati: A Venezia non vi sarà, come ad Anversa, una cattedra speciale sulle costruzioni e sugli armamenti marittimi ma i professori di statistica, di economia, di diritto marittimo e di storia del commercio dichiareranno accuratamente tutto ciò che riguarda il commercio marittimo e la navigazione. A tutti questi studi s'accompagnerebbero quelli delle lingue straniere e specialmente dell'inglese, tedesca, francese e spagnuola; e ciò che renderebbe unica nel suo genere la scuola di Venezia e che potrebbe attirarle non solo un gran numero di frequentatori italiani, ma pur anche molti Inglesi, Francesi e Tedeschi, si è l'insegnamento delle lingue orientali.
In queste righe risalenti alla seconda metà del XIX secolo è racchiusa una visione lungimirante e innovativa di Venezia, frutto dell’intuizione di Luzzatti e Deodati: una città dal respiro internazionale, capace di anticipare gli scenari socio-economici e offrire risposte e soluzioni al cambiamento.
Una visione che Ca’ Foscari ha raccolto e fatto propria nel corso della sua storia, passata e attuale. Oltre un secolo e mezzo dopo è opportuno chiedersi se quel respiro cosmopolita e internazionale animi ancora la nostra città e ne sia un volano di crescita e sviluppo. E come questo afflato possa oggi contribuire ad affrontare alcune tematiche cruciali come lo spopolamento di Venezia, l’invecchiamento della popolazione, l’economia prevalentemente turistica.
Venezia ha una dimensione di “città unica” - fra terra e acqua - con un patrimonio ambientale e storico-artistico da salvaguardare, tutelare e promuovere per la sua dimensione storico-culturale.
È questo patrimonio inestimabile l’occasione per fare di Venezia un grande laboratorio aperto dove si lavora alle sfide del futuro, sfide globali come il cambiamento climatico, l’inclusione, l’innovazione sociale, lo studio dei sistemi complessi. Sfide che necessitano di competenze, strumenti, servizi, innovazione, e di una sinergica collaborazione fra istituzioni, enti e mondo imprenditoriale.
Una più costante e strategica sinergia è la via per contribuire alla salvaguardia, alla tutela consapevole e alla promozione di Venezia e della sua laguna creando nuove professionalità e attivando collaborazioni con le realtà produttive locali e aprendo partnership internazionali.
Il sistema universitario veneziano è parte integrante del tessuto cittadino, è un campus diffuso che accoglie oltre trentamila studentesse e studenti e qualche migliaio di docenti e personale tecnico-amministrativo e bibliotecario; una comunità al servizio della formazione e della ricerca in uno dei luoghi più iconici al mondo.
Il ruolo degli atenei è oggi cruciale, al fianco delle istituzioni, per elaborare progetti e soluzioni alle sfide globali promuovendo il talento, la creatività, lo spirito di iniziativa di giovani da tutto il mondo.
Il patrimonio culturale di Venezia e il suo delicato equilibrio ambientale possono costituire un laboratorio di sperimentazione e idee per la comunità scientifica internazionale.
Il mondo guarda a Venezia come a una città da studiare e approfondire per il suo patrimonio artistico e il suo fragile ecosistema, ma è necessario che questo disegno sia accompagnato da un concreto investimento in servizi e opportunità per risiedere in questa città a prezzi accessibili per studenti e lavoratori, spostarsi, usufruire di spazi per la socialità e lo svago.
La storia di Venezia insegna, da Marco Polo, di cui quest’anno ricorrono i 700 anni dalla morte, fino a Luzzatti e Deodati che consegnarono alla nostra città e al nostro Paese un progetto concreto di rilancio e di sviluppo; a proposito dell’internazionalità come motore di crescita, in un passo del loro progetto scrissero che essa farebbe apprezzare sempre più l'importanza della scuola allettando i giovani allo studio colla nobile seduzione dei viaggi lontani e di visitare quei paesi che tante volte percorsero con la mente e collo sguardo sul piccolo mappamondo. E già, come si è detto, è appunto con questi viaggi lontani, impresi alla fine degli studi commerciali e coll'obbligo di darne un minuto ragguaglio, che si riuscirebbe a sprigionare quella scintilla e quello spirito d'intraprendenza, che si è sopito in Italia e che bisogna ridestare.
Sta a noi, e soltanto a noi, decidere quale debba essere il nostro destino in questa città.
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