La protesta anti Gelmini si allarga

Studenti delle superiori accanto agli universitari. «Funerali» per l’istruzione pubblica
VENEZIA.
Tra Venezia e Mestre, si allarga la protesta degli studenti contro la riforma Gelmini. E gli studenti universitari si uniscono nel dissenso con quelli delle superiori. Al termine di un’assemblea dei cafoscarini nel chiostro di San Sebastiano, gli universitari si sono uniti agli studenti delle scuole superiori veneziane, incontratisi alle 18 di ieri in campo San Geremia. Ad aspettarli erano in almeno 200, tutti vestiti di nero, a lutto. I ragazzi con i ceri accesi in mano, le ragazze con le labbra dipinte di nero e con il velo sul capo hanno portato al centro del campo un lapide nera con tanto di fiori, dichiarando simbolicamente la morte della scuola pubblica. Poi la discussione è partita, si sono passati il microfono in tanti, per dire no al decreto Gelmini ed alla Finanziaria di Tremonti.


Verso le 18.40 il gruppo nutrito di manifestanti, arrivati ad essere più di 700, si è spostato in direzione Tolentini, per raggiungere l’assemblea dello Iuav e l’incontro con il rettore Carlo Magnani (si veda l’articolo a pagina 5). Musica a tutto volume, toni accesi ma clima pacifico. Il corteo ha portato qualche disagio sul Ponte degli Scalzi, bloccando i viaggiatori che dovevano arrivare in stazione. Proteste anche a Mestre. Ad aderire alla protesta degli studenti del classico Franchetti, l’istituto tecnico statale per il turismo Andrea Gritti di via Muratori, che conta oltre mille iscritti. Ieri mattina gli studenti hanno deciso di rimanere fuori dalla scuola per manifestare tutta la loro contrarietà verso le scelte del Governo. Alle 8 del mattino, puntuali, si sono ritrovati nel piazzale, decisi a non entrare in classe. E così è stato. Si sono divisi per gruppi nell’area scoperta dell’edificio. Alcuni hanno seminato giornali e ci si sono seduti sopra.


Poi hanno iniziato a colorare striscioni originali da appendere sulle finestre e sui muri dell’edificio, anche su suggerimento dei docenti. «Gelmini Gelmini, torna a fare l’avvocato con il titolo di studio che hai comprato» e ancora «10, 100, 1000 manifestazioni affinché la scuola funzioni». «L’ostacolo più grande è l’ignranza - dice Simone Wahba 19 anni di origine egiziana - troppe persone parlano senza sapere quel che dicono. Noi non vogliamo ci accada». «Ho 14 anni - sbotta Elisa Vidi - sono al primo anno ed è per questo che la riforma mi tocca da vicino perché non mi dà futuro: ci taglieranno le ore, perderemo i professori, saremo condannati a rimanere un branco di ignoranti».


In mezzo agli studenti, alcuni docenti parlano, discutono, consigliano. «Si tratta di una iniziativa che hanno preso da soli- spiega un insegnante - senza alcun tipo di strumentalizzazione da parte nostra». Il 9 ottobre l’intero collegio docenti del Gritti ha votato all’unanimità una mozione che esprime forti perplessità verso il decreto Gelimini. Oggi si replica. Gli studenti si sono consultati, hanno prodotto un volantino, si ritroveranno nel retro dell’istituto, dove sono in programma sorprese. L’autogestione continuerà per tutta la giornata anche al Franchetti, giunto al terzo giorno di assemblea autogestita, mentre istituti mestrini si umniscono alla protesta. Come l’istituto magistrale Stefanini che, come conferma l’esponente degli studenti Lavinia Viglietti, organizzano per lunedì prossimo l’astesione dalle lezioni e un’assemblea dell’istituto.

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