La Gelmini non si presenta al confronto sui tagli al tempo lungo
La rivolta dei sindaci veneti

ABANO TERME. Il tempo lungo e il tempo pieno a scuola sono di destra o di sinistra? Bisognerebbe chiederlo alla buonanima di Giorgio Gaber, che in tema ha scritto un brano cult. E proprio alla presentazione delle iniziative per i 70 anni dalla nascita del grande artista ha partecipato ieri, a Milano, il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Mariastella Gelmini, snobbando viceversa i sindaci veneti che intendevano incontrarla nel primo pomeriggio ad Abano, a margine del seminario nazionale «L’orientamento per il futuro. Dimensione formativa e assetti istituzionali al servizio della persona» che si è aperto all’hotel Alexander di Abano.
«L’onorevole Gelmini - ha riferito alla platea Carmela Palumbo, direttore dell’Ufficio scolastico regionale - è impossibilitata a partecipare per un impegno dell’ultimo momento». Ovvio che il Movimento dei sindaci, di destra e di sinistra, per la difesa del tempo lungo (oltre cento: ieri ha aderito pure Laura Puppato, sindaco di Montebelluna) non abbia gradito l’assenza. Per dirla sempre con Gaber: libertà è partecipazione.
«E’ stato il consigliere regionale Leonardo Padrin - puntualizza il sindaco di Albignasego, Massimiliano Barison, forzista, capofila della protesta - ad avvisarmi dell’impegno imprevisto del ministro. Ci dispiace, ma ci mettiamo a sua completa disposizione per incontrarla in settimana. Nel frattempo abbiamo fatto i conti: in Veneto, con 300 docenti, possiamo risolvere il problema del tempo lungo per 25 mila bambini. Per sabato è prevista la Conferenza Stato-Regioni. Ci auguriamo che la Regione tenga conto di quest’esigenza».
Ma la Gelmini è stata davvero travolta da un impegno improvviso o c’è un retroscena? Ancor prima che la defezione ministeriale venga ufficializzata, Padrin (Forza Italia) e Cortelazzo (An) dettano alle agenzie una nota in cui sostengono che «alcune forze politiche di opposizione hanno probabilmente impedito di discutere e cercare di risolvere i problemi di oltre 24 mila famiglie venete. Si è voluto strumentalizzare questo incontro facendolo diventare uno scontro politico».
Dal palco del convegno di Abano l’onorevole Filippo Ascierto, «parlamentare della maggioranza», riferisce di essersi già attivato perchè l’incontro tra i sindaci e il ministro «possa svolgersi nelle prossime ore o nei prossimi giorni, probabilmente nella capitale». «Io a Roma non ci vado - replica al volo Claudio Piron, assessore alle Politiche scolastiche di Padova - Anzi chiedo le dimissioni dell’assessore veneto Elena Donazzan che, dopo quelli dei mesi scorsi, ha disertato pure questo confronto con gli amministratori locali».
Al colpo di scena provvede l’onorevole leghista Paola Goisis, coccarda, borsa e portaocchiali rigorosamente verdi: troppi, a suo dire, hanno preso lucciole per lanterne. «Io sono il segretario - dice la parlamentare estense - della commissione Cultura della Camera. Sono in contatto quotidiano con Mariastella. In questi giorni parlano a vanvera tanti colleghi che non frequentano la commissione e che non sono aggiornati. Il 17 febbraio il ministro, da me interpellato, ha fatto sapere che il tempo lungo non è mai stato messo in discussione».
La Goisis ne approfitta per fornire copia della lettera al dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo, la quale puntualizza: «Mi sono volutamente astenuta dall’affrontare questo tema».
Ma, di fronte a telecamere e taccuini, l’onorevole leghista insiste: «Io non mi chiamo Palumbo - punta il dito la Goisis - io parlo da politico. E’ inutile che la dirigente organizzi tanti convegni e nel frattempo lasci che monti questa polemica, che crea allarme per le famiglie. Lo ripeto: il tempo lungo non è mai stato messo in discussione». Ma allora perché Massimo Bitonci, sindaco del Carroccio, ha fatto votare ieri a Cittadella una delibera di giunta che chiede al ministro Gelmini di salvare il tempo pieno?
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