La città e i turisti, ci vuole il commissario

Tutti d’accordo: «Per governare i flussi servono poteri e professionalità»
VENEZIA. Sono i veneziani che devono trattare meglio i turisti o viceversa? Polemica infinita, ma forse le soluzioni ci sono. Lo spunto arriva dall’Associazione veneziana albergatori che chiede a residenti e operatori del settore di dimostrarsi un po’ più aperti, gentili e disponibili nei confronti degli ospiti. E le reazioni piovono, con critiche e proposte, dimostrando quanto l’argomento sia sempre un nervo scoperto. Secondo Ernesto Pancin, segretario dell’Aepe (pubblici esercenti), i turisti a Venezia sono i benvenuti, anzi è «senza senso» parlare di intolleranza da parte della cittadinanza nei loro confronti. «I turisti che vengono con la giusta cultura di ciò che significa essere a Venezia sono coloro che riescono ad accrescere il valore di questa città. Queste polemiche sul fatto che a Venezia la cittadinanza sia scortese con lo straniero arrivano sempre d’estate, magari da testate come il Times; gli inglesi sono solo invidiosi». Pancin non nega il fatto che qualcuno sia maleducato, ma «sono solo casi singoli».


Secondo Roberto Magliocco, presidente dell’Ascom Venezia, invece il problema è serio e articolato. E i flussi vanno regolamentati: «L’Actv dovrebbe differenziare il servizio tra turista e veneziano, non è possibile che i pendolari usino lo stesso mezzo pubblico degli ospiti, sempre sovraffollato». E poi una richiesta alle guide: «Bisogna che facciano fare alle comitive percorsi studiati in modo da ridurre i disagi al minimo, facendo camminare nelle calli più strette i turisti due a due oppure in fila indiana». Sempre secondo il presidente dell’Ascom, «bisognerebbe mettere vigili sui ponti più affollati e divieti e sensi unici nelle calli per i turisti. D’altra parte capisco anche chi, per esempio, arriva al Tronchetto e non trova i servizi minimi di accoglienza: basti pensare all’assenza di wc.... E’ ora di finirla di vedere il turismo come un danno - aggiunge Magliocco - solo il sindaco ha capito che è una ricchezza».


Dal presidente dell’associazione Piazza San Marco, Alberto Nardi, arriva una proposta: «Ci vorrebbe, al posto dell’assessore al Turismo che cambia a ogni elezione, un commissario al Turismo che programmi la politica di attenzione a questo fenomeno chiave per l’economia cittadina». Nardi non giustifica alcun tipo di maleducazione da parte dei commercianti e dei residenti, e spiega: «Venezia è come una Ferrari che però viene guidata come una utilitaria. E’ ora di inserire professionalità e competenza in città in tutti i servizi legati al turismo, facendo sì che si riesca a gestire al meglio sia il decoro sia la domanda». Renato Morandina, presidente Apt, scherza: «L’unico commissario valido è Montalbano». Poi aggiunge serio: «Bisogna fare una politica di crescita che ritorni a gestire le risorse al meglio, offrendo servizi in linea con i prezzi. Così si eviterebbero le lamentele dei turisti. Per questo ci vuole professionalità tra gli addetti». Infine, ecco l’assessore Augusto Salvadori: «I turisti a Venezia sono i benvenuti, a patto che rispettino le norme di comportamento, sacre in una una città millenaria; inoltre il veneziano ha diritto vaporetti dove potersi sedere».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia