La camorra sulle spiagge, 5 arresti
I carabinieri di Venezia hanno arrestato cinque napoletani, tutti con precedenti. Devono rispondere di tentata estorsione con l’aggravante di metodi mafiosi. In tre episodi diversi hanno cercato di farsi consegnare 50 mila euro da una società di venditori ambulanti

CAORLE.
Il loro obiettivo era di acquisire il controllo della vendida di bibite sulle spiagge del litorale. Un business all’apparenza di poco valore, in realtà un affare notevole. E per questo non hanno esitato a minacciare ambulanti regolari con le pistole. Ma non hanno raggiunto il loro scopo perchè i carabinieri sono arrivati prima e li hanno arrestati. In manette sono finiti cinque napoletani, tutti pregiudicati, uno dei quali legato al clan camorristico napoletano di Soccavo. Gli arrestati sono: Michele Pepe, 32 anni; suo fratello Francesco (24); Gennaro Esposito, (34); Giuseppe Rocco, (32); Alfonso Sorrentino, (33).
E’ Sorrentino ad essere affiliato al clan del quartiere Soccavo di Napoli. E’ il 21 giugno scorso, quando a Caorle qualcuno vede cinque omini, due armati di pistola, praticamente in spiaggia a circondare un venditore di bibite che lavora in un chiosco. Uno dei cinque carica la pistola e col colpo in canna gliela punta in faccia. Una scena forte che mette i brividi e mai vista da queste parti, per di più in pieno giorno e con i cinque sfrontati che non si peoccupavano di essere visti. Una scena che si ripete a distanza di poco tempo a Cortellazzo e a Eraclea nei confronti di altri due venditori minacciati dalle stesse persone.
I venditori presi di mira sono il titolare e due suoi collaboratori, di una società che ha la licenza di vendita in spiaggia di bibite e altri prodotti. A denunciare quanto accaduto, all’inizio, però non sono le vittime. Queste hanno paura perchè capiscono che questi non scherzano. Ai carabinieri della stazione di Caorle poi a quelli della compagnia di Portogruaro sono le persone che hanno visto a raccontare l’accaduto. E sono parecchie le voci raccolte di quanto accaduto. E a quel punto sono i militari che vanno a sentire il commerciante minacciato. E’ titubante nel raccontare la storia, ma alla fine sia lui che gli altri due spiegano. Raccontano che quei tre hanno chiesto 50 mila euro per la stagione, altrimenti non li avrebbero fatti lavorare.
E mentre puntavano le armi hanno ricordato di essere del clan Soccavo di Napoli. A quel punto l’indagine passa per competenza alla Direzione Distrettuale Antimafia, e ai carabinieri del nucleo inbestigativo di Mestre del maggiore Luca Pettinato che possono contare sulle informazioni raccolto dall’Arma locale. Vengono individuati due dei cinque aggressori. Si tratta dei fratelli Michele e Francesco Pepe. I due arrivano a Caorle a inizio estate per vendere bibite, senza licenza, in spiaggia. Le intercettazioni consentono ai carabinieri, coordinati dal pm Roberto Terzo, di capire come siano i due fratelli Pepe a mettere in piedi l’estorsione per convincere i venditori regolari a lasciare campo libero a loro.
Per essere convincenti chiedono aiuto agli amici napoletani, tra i quali spicca la figura criminale Alfonso Sorrentino. Pregiudicato con numerosi precedenti è legato al clan di Soccavo. Ma il tentativo del gruppo e molto probabilmente della camorra di sbarcare sulle nostre spiagge fallisce. I carabinieri coordinati dal capitano Enrico Risottino arrivano prima e con non poche difficoltà riescono a individuare i cinque a Napoli. Gli arrestati devono rispondere di tentata estorsione in concorso, commessa con l’uso di armi da fuoco e con l’aggravante dell’uso dei metodi mafiosi per aver fatto leva sulla loro appartenenza al clan dei Soccavo.
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