"Io, sexy-sindachessa scrivo di erotismocontro l’ipocrisia del Nordest"
Parlo alle donne insoddisfatte. E forse l’ho scritto perché faccio poco sesso. Ora speriamo non mi mettano al rogo

Clara Caverzan, sindaco di Scorzè
Treviso
. Verrà ribattezzata la porno-sindaco. Ma Clara Caverzan, cinquantaseienne primo cittadino di Scorzè in provincia di Venezia, non se ne preoccupa. «Perché non dovrei scrivere di sesso? Parlo alle donne che, per colpa di uomini sempre troppo indaffarati, non sono soddisfatte dal punto di vista erotico», dice con il sorriso sulle labbra. E lo fa con Desideria (edizione Editing), il romanzo con cui la Caverzan fa il suo esordio nella letteratura erotica, per non dire porno. Il romanzo è intriso di sesso fin dalla dedica: «Quando la tua gonna si bagnerà di s..., figlia mia, chiedi a tua madre come mandare via la macchia, ti consiglierà meglio di chiunque al mondo».
Il libro racconta la storia di una donna sulla trentina: è cresciuta dalle suore, ha attraversato la rivoluzione sessuale del Sessantotto in Veneto, poi si è sposata. Ma nel matrimonio non ha trovato l’appagamento sessuale che cercava. La protagonista deve fare i conti con una famiglia chiusa, «tipica del Nordest - spiega l’autrice - una famiglia votata all’apparenza, non certo a quello che si è, nella quale credeva di potersi esprimere, mentre in realtà ha sposato soldi e suoceri». Le progressive iniziazioni sessuali della protagonista ne accompagnano la crescita, che avviene anche attraverso gli incontri, descritti con verismo, con diversi partner. «Nonostante la rivoluzione femminile e il femminismo - prosegue il sindaco - ancor oggi non si riesce a parlare di sesso in maniera naturale, pare impressionante che un sindaco scriva di sesso, ma non siamo nel Medioevo, speriamo non mi mettano al rogo».
Nel romanzo non c’è niente di autobiografico. «Quella madre non è mia madre, il marito non è mio marito - assicura Caverzan - però i personaggi sono presi dalla realtà. L’unica al suo posto è la nonna, che è mia nonna, l’unica persona alla quale avrei il coraggio di farlo leggere senza paura di critiche moraliste o ipocrite». Ed è proprio contro l’ipocrisia del Nordest che la Caverzan, con un passato nell’ambientalismo vicino a Michele Boato e ora alla guida di una giunta di centrodestra, ha deciso di scrivere questo libro. In passato aveva dato alle stampe due pubblicazioni per bambini («Chaled, leprotto affettuoso» nel 2001 e «Piripì e piripò» nel 2002), ora il passo nella letteratura per adulti. E con un chiodo fisso: ribaltare l’impostazione, «tipicamente maschile», secondo cui a letto la qualità è più importante della quantità. «Non è assolutamente vero - afferma - per una donna è un trauma vedere che il proprio compagno ha dimensioni contenute». Nonostante la certezza, la Caverzan non sa però indicare le misure giuste: «Diciamo che esiste un minimo sindacale». Ed è lo stesso pensiero della protagonista del romanzo, che riferendosi al proprio marito dice: «in quel momento mi sembrava come il suo pene: volitivo, coraggioso, istintivo, timido, baldanzoso, violento, forte, menefreghista, egoista, buono come il suo padrone quando è buono, ma anche menefreghista e onesto perché viene quando sente che sta per venire! Aveva il c... rosa, turgido, sottile... corto».
La Caverzan, sposata e con una figlia di 34 anni che non ha ancora letto il libro, critica i giovani di oggi, troppo occupati per soddisfare le proprie donne. «La verità è che non c’è più tempo per il sesso - afferma con fare sicuro - nessuno si ferma per provare un po’ di piacere. C’è da andare in discoteca, gestire il proprio blog, navigare su internet, guardare la televisione o giocare alla playstation. Quante amiche mi dicono di non combinare più niente con il proprio compagno. La società è in agitazione, nessuno trova più il giusto equilibrio tra sesso e affetto». Dunque gli uomini non combinano più nulla sotto le coperte, sentendo le parole della prima cittadina. «E questo va anche a discapito degli stessi maschi - aggiunge - perchè quando una donna si sente amata fino in fondo riesce a dare tutta se stessa».
La sindaca ha anche la risposta pronta per i detrattori, magari gli avversari politici, che l’accuseranno di aver pubblicato questo libro per farsi un po’ di pubblicità in vista delle prossime elezioni. «Volevo scriverlo sotto pseudonimo - spiega - ma è stato il mio editore a impormi di firmarlo con nome e cognome. E sarò io la prima a scandalizzarmi se qualcuno avrà qualcosa ridire». L’unica cosa che la prima cittadina non ha ancora spiegato è cosa l’ha spinta a cimentarsi con la letteratura erotica. Ma a domanda risponde: «Perchè ho scritto un libro sul sesso? Forse perché scopo poco».
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