Inchiesta Venezia, Brugnaro: «Pronti a fare causa a Boraso come Comune»

Cinque le posizioni che il Tribunale del Riesame è chiamato a valutare. Venerdì il consiglio comunale straordinario

Il sindaco Brugnaro con l'ex assessore Boraso
Il sindaco Brugnaro con l'ex assessore Boraso

Sono cinque le posizioni che il Tribunale del Riesame di Venezia guidato dal giudice Lea Acampora è chiamato da stamane a valutare nell'ambito dell'inchiesta dei pm Roberto Terzo e Federica Baccaglini sulla presunta corruzione nelle attività amministrative del Comune lagunare.

A partire da quella di Renato Boraso, ex assessore alla Mobilità, in carcere dal 16 luglio scorso, accusato di corruzione.

Per il suo difensore Umberto Pauro con le dimissioni dell'assessore dal suo incarico non è più possibile reiterare il reato.

A chiedere la libertà anche gli imprenditori Fabrizio Ormenese, Marco Rossini e Matteo Volpato, gli ultimi due ai domiciliari, dimessisi dagli incarichi di vertice delle rispettive società e Alessandra Bolognin, direttrice della municipalizzata Ive, la Immobiliare veneziana, anche lei ai domiciliari.

Sul fronte politico intanto la maggioranza fa fronte comune con il sindaco Luigi Brugnaro, anche lui indagato.

«Andiamo avanti», ha detto Brugnaro, incassando il sostegno di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia, escludendo qualsiasi ipotesi di dimissioni.

Il Comune, annuncia il primo cittadino, è pronto a costituirsi parte civile contro l'ex assessore e chi ha danneggiato l'amministrazione. Venerdì il consiglio comunale straordinario convocato a Mestre per i chiarimenti richiesti dalla minoranza municipale.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia