Inchiesta G8, la Sacaim di Venezia: niente ombre sull'appalto del Palacinema
Parla l'azienda che si è aggiudicata l’appalto per la costruzione del nuovo Palazzo del Cinema: "Nessun rapporto con Diego Anemone. Non ancora assegnato l’appalto sugli arredi"

Appalti palacinema
VENEZIA.
«Il nome Anemone, prima dell’indagine sugli appalti della Protezione Civile era per la Sacaim solo il nome di un fiore. L’impresa di questo signore non ha nulla a che vedere con l’appalto per il nuovo Palazzo del Cinema e con i suoi arredi, non ancora assegnati». A parlare in questi termini è Domizia Alessandri responsabile relazione esterne e marketing - oltre che figlia del suo titolare, l’ingegner Pierluigi Alessandri - dell’azienda veneziana capogruppo della cordata che si è aggiudicata l’appalto per la costruzione del nuovo Palazzo del Cinema e già protagonistae in alcune delle commesse più importanti nell’area lagunare come le Grandi Gallerie dell’Accademia, il people-mover e, tra le altre, in un recente passato, la ricostruzione del Teatro La Fenice.
«Abbiamo deciso di rompere il riserbo che abbiamo tenuto sinora - spiega - perché il clima che si è creato intorno alla vicenda degli appalti contestati, rischia di infangare il buon nome della Sacaim e delle altre imprese che fanno parte della cordata dell’appalto del nuovo Palacinema, tirato in ballo solo perché fa parte delle opere legate alle celebrazioni sui 150 anni dell’Unità d’Italia alla cui struttura facevano riferimento alcuni degli arrestati dalla Procura di Firenze. Noi non abbiamo ricevuto alcun avviso di garanzia e non abbiamo nulla a che fare con gli appalti oggetto dell’inchiesta della magistratura». Proprio a scanso di qualsiasi equivoco, il commissario per il Palacinema Vincenzo Spaziante vi ha scritto per avere l’elenco analitico di fornitori e subfornitori dell’appalto. «Abbiamo già inviato oggi (ieri ndr) al commissario l’elenco di tutti i subappaltatori, proprio perché non abbiamo nulla da mascondere e l’appalto si è svolto nella massima trasparenza. Questo vale anche per tutte le altre aziende che, come noi, fanno parte dell’associazione temporanea d’impresa».
Tra di esse c’è anche il gruppo barese Intini, balzato recentemente all’onore delle cronache all’interno dell’inchiesta barese su escort e appalti sospetti in Puglia, quando il titolare raccontò di aver usufruito della consulenza di Giampaolo Tarantini per incontrare tra gli altri il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso e presentargli le potenzialità del suo gruppo.
«Per noi la Intini è semplicemente un’impresa molto seria, che lavora da anni e che ha portato nella nostra cordata per l’appalto per il Palacinema parte delle professionalità che erano necessarie. E’ il meccanismo stesso dell’Associazione temporanea d’impresa che lo richiede. Ma, ripeto, tutto nella massima trasparenza».
L’appalto per il nuovo Palacinema è ormai una corsa contro il tempo per finire entro il 2011 - come impongono le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia - e ora le bonifiche legate all’amianto che è stato ritrovato, rallentano i tempi del cantiere. Ce la farete in tempo? «Noi siamo fiduciosi, per ora siamo in linea con i tempi dell’appalto, anche se le difficoltà vanno affrontate quando si presentano e allora si valutano le conseguenze sulle opere. Le bonifiche sono ancora in corso. Certo che se anche le procedure amministrative e le relative decisioni saranno in linea con i tempi dei lavori previsti per l’appalto, per noi sarà più facile raggiungere il traguardo stabilito».
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