Inchiesta corruzione a Venezia, Boraso resta in carcere. Ormenese ai domiciliari
Le decisioni del Tribunale del Riesame: torna in libertà la direttrice generale di Ive Immobiliare veneziana, Alessandra Bolognin

Resta per ora in carcere l’ex assessore Renato Boraso: così ha deciso il Tribunale del Riesame, giovedì 1° agosto, nell’ambito dell’inchiesta sul presunto giro di tangenti ricevute da alcune imprese, all’ombra dei progetti del Comune di Venezia.
I giudici hanno invece scarcerato l’imprenditore Fabrizio Ormenese (ora ai domiciliari) accusato dai pm Terzo e Baccaglini di essere tra i più affini all’ex assessore.
Il Riesame ha annullato la misura cautelare degli arresti domiciliari per la direttrice generale di Ive Immobiliare veneziana, Alessandra Bolognin, che il gip Scaramuzza aveva posto ai domiciliari: è tornata libera.
Confermate, invece, le altre due misure cautelari ai domiciliari per gli imprenditori Matteo Volpato di Mestre e Marco Rossini di Mogliano Veneto.
Le posizioni di Boraso e Ormenese
Erano stati arrestati lo scorso 16 luglio Renato Boraso, ex assessore alla Mobilità, e Fabrizio Ormenese, imprenditore edile, con l'accusa di corruzione nell'ambito dell'Inchiesta che ha travolto il comune di Venezia e che vede indagate 33 persone tra cui il sindaco Luigi Brugnaro.
L'arresto per l'assessore mestrino, che dal '97 a oggi era diventato una figura di spicco della politica lagunare, è scattato in via cautelare per il rischio di inquinamento delle prove.
L'indagine, che ha fatto emergere le molteplici attività corruttive messe in atto da Boraso, è scattata in relazione alla cessione di Palazzo Papadopoli di cui l'ex assessore avrebbe fatto scendere il valore immobiliare da 14 milioni a 10 per favorirne la vendita a Ching Chiat Kwong, magnate di Singapore finito anche lui nel registro degli indagati.
Kwong era interessato all’acquisto. Sempre secondo quanto raccolto, sarebbe stato intenzionato anche a comprare l’area dei Pili, anche se poi l’acquisto non venne mai concluso, di proprietà delle società del sindaco Luigi Brugnaro.
Insieme a Boraso a finire in carcere era stato anche l'imprenditore della Riviera del Brenta Fabrizio Ormenese, coinvolto nell'indagine per aver favorito e aver ricoperto un ruolo attivo nelle altre attività di corruzione messe in atto dall'ex assessore e ritenuto in grado di poter reiterare il reato.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia