Imprenditore con la passione per i viaggi: chi era Mattia Micaglio, morto nell’incidente in quad

Lascia un fratello e una sorella che dopo l’incidente hanno raggiunto la località trentina.  l ricordo del socio Giacomo Marcato: «Sono senza parole». L’amico: «Impensabile, ci eravamo visti una settimana fa»

Edoardo Fioretto
Mattia Micaglio, 51 anni, morto in un incidente in quad
Mattia Micaglio, 51 anni, morto in un incidente in quad

La passione per i viaggi, dal Gran Canyon a Las Vegas. Ma alla fine l’amore per la montagna che lo ha accolto negli ultimi istanti.

Mattia Micaglio, 51 anni, era originario di Dolo, nel Veneziano, ma da decenni trapiantato nel Padovano.

Da tempo ormai si era stabilito nel complesso Padova 2000, in zona Chiesanuova. Da diciassette anni lavorava per la Marcato spa, azienda di Capodarsego nota in tutto il mondo per le macchine per fare la pasta.

Un prodotto che è simbolo del Made in Italy e che ha portato un pizzico di padovanità in tutto il mondo. Adesso, quel vuoto che lascia con la sua scomparsa, viene riempito dal ricordo delle tante persone che gli hanno voluto bene.

«La notizia mi lascia senza parole», spiega Giacomo Marcato, socio dell’impresa dell’Alta. «Non riesco a trovare ancora le parole, ma la notizia è sconvolgente. Era una persona straordinaria, sono cresciuto con lui, e questa situazione lascia un dolore inimmaginabile». Poche parole. Il socio preferisce lasciar parlare il silenzio nei primi momenti del lutto.

E lascia intendere di avere perso, oltre che un socio e collega, anche una spalla solida su cui appoggiarsi, e un amico fidato. Perché questo era Mattia, per chiunque avesse avuto la fortuna di stargli vicino.

«Era una persona straordinaria», lo ricorda un amico giornalista, «non riesco ancora a spiegarmi come possa essere accaduto. Sembra impossibile. Ci eravamo visti al bar una settimana fa. Lui non amava bere, e infatti ricordo che in quell’occasione avevamo preso due bicchieri d’acqua e nulla di più».

L’amico, che ancora fatica a comprendere e assimilare questa improvvisa scomparsa, spiega che Mattia non amava gli eccessi, escludendo insomma che sabato notte potesse avere avuto un tasso alcolico tale da portarlo a un passo falso.

«Continuo a fare avanti e indietro in giardino da quando ho saputo. È una notizia che lascia sconvolti. Non l’avrei mai potuto immaginare».

I ricordi degli ultimi istanti di quella sera di sabato sono affidati anche alle parole della titolare del Rifugio Fuciade.

«Ho saputo quello che è successo poco dopo, non ci potevo credere», racconta, rintracciata per telefono. «Era stato qui con la compagna a mangiare», aggiunge, «veniva spesso, ed è sempre stato un cliente gentile. Di quelli buoni, con i quali fai volentieri amicizia. Non ricordo che cosa avesse mangiato, ma non aveva preso vino. Poi, alla fine della serata, verso le dieci-e-mezza, è uscito. È salito sul quad ed è andato via. Era stata una serata tranquilla, non avrei mai pensato potesse finire così».

La notizia della scomparsa di Mattia è destinata a lasciare il segno ben oltre. Informati dai carabinieri, la sorella e il cugino ieri mattina si sono precipitati a Moena, dove si trova ora la salma in attesa dei funerali.

Non è al momento chiara se verrà disposta l’autopsia, che resta comunque una probabile eventualità. Mattia, proprio perché stimato sia professionalmente quanto per le doti umane, per la gentilezza e la bontà d’animo, lascerà un vuoto incolmabile: tra gli amici e familiari, ma anche tra i dipendenti della Marcato per cui lavorava pensando sempre e prima di ogni cosa, al benessere di tutti.

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