Il salto del muro, poi la fuga. "Agilissimo, come un atleta"

Il racconto dei testimoni. Le sequenze dell'arresto
MARGHERA. Una cavalletta, un atleta, capace di saltare un muro di recinzione senza neppure sgualcirsi la giacchetta. E’ rimasto negli occhi dei dipendenti della Veneta Lavaggi il balzo con cui l’uomo penetrato all’interno del Petrolchimico con il cadavere di una donna nel bagagliaio è riuscito a uscire dallo stesso. «Saranno state le nove e un quarto di mattina», racconta uno di loro, «quando abbiamo visto un uomo sui trentacinque anni saltare la recinzione. Era molto agile, da come si muoveva sembrava un atleta. Dopo aver saltato il muro, si è nascosto tra i container, dove ha abbandonato una giacca poi recuperata dalla polizia, per poi allontanarsi in direzione di Marghera».


Che per quanti operano in questa parte del Petrolchimico quella di ieri sia stata una giornata più che movimentata, non c’è dubbio. Anche perché di quello che era successo, del fatto che dentro il bagagliaio della vettura c’era una donna morta, si è avuto precisa cognizione solo molto dopo, verso le due del pomeriggio. Così, chi lavora a stretto contatto con la recinzione, ha visto tutto il susseguirsi degli eventi, compreso l’arrivo dell’artificiere tutto bardato, che con ogni cautela aveva aperto il bagagliaio.


La macchina, con tutti gli sportelli aperti, era facilmente visibile anche dall’esterno, con gli agenti di polizia che armeggiavano attorno alla ricerca di ogni indizio. Del fatto che qualcosa di grave fosse successo forse avevano avuto sentore anche in un vicino bar che dà su via Malcontenta: come raccontano i gestori, attorno alle 10.30 si era presentata una pattuglia della Polizia di Stato, chiedendo se era stato visto un uomo alto, probabilmente originario dell’Est europeo. Niente da fare, non avevano visto nulla, anche loro scoprono cos’è successo poco dopo le due del pomeriggio.


C’è poi chi sa, chi ha visto, ma per rispetto agli obblighi professionali non rilascia dichiarazioni. Sono gli uomini della vigilanza, un servizio curato dal consorzio Spm. Uno di loro gestisce il traffico all’ingresso della portineria 4, impedendo l’accesso all’interno dell’area recintata a chi non è autorizzato. Cortese nel bloccare il flusso di vetture per permettere a chi si deve spostare verso il centro città di fare manovra, fa capire che, vista la gravità di quanto è successo, non può dare nessuna informazione. Il terzo fronte di tutta questa vicenda è di chi non poteva essere presente al Petrolchimico ieri mattina, ma che è toccato da vicino da quanto è succeso. Ieri, infatti, era in programma un’assemblea delle rappresentanze sindacali per discutere i problemi di questa parte della città e di quanti ci lavorano. «Ci hanno comunicato quanto era successo», racconta Franco Baldan della Cgil, «e siamo rimasti ovviamente sconcertati. Detto che la morte di una persona è sempre una tragedia, non vorremmo però che l’episodio successo ieri distolga l’attenzione da tutti da quelli che sono da sempre i problemi del Petrolchimico».

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