Green Project, la Procura chiede il rinvio a giudizio per Tommaso Giuliano
E’ accusato di una truffa ai danni dello Stato per 30 milioni. Continuano ad arrivare le denunce di privati e aziende beffati dall’ex titolare della società

Il pubblico ministero Andrea Petroni ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio per il 33enne Tommaso Giuliano nell’ambito dello scandalo della Green Project Agency, società al centro di un’inchiesta per truffa ai danni dello Stato da 30 milioni.
Svariati i capi d’accusa per cui la Procura di Venezia - che nel frattempo sta continuando a ricevere decine e decine di querele - ha chiesto il processo per l’ex titolare della società, tra cui truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e I’impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
Giuliano deve rispondere di 38 capi d’imputazione di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ma anche del reato di auto-riciclaggio perché dopo aver ottenuto la garanzia su un finanziamento da parte di una banca, aveva trasferito una parte dei soldi in Lussemburgo, in un conto di una società di sua proprietà.
Tra i capi d’accusa, anche l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
I creditori
Nelle scorse settimane, 76 creditori si sono presentati al tribunale di Venezia all’udienza per la definizione dello stato passivo dell’impresa in liquidazione giudiziale. La lista è lunga, e la richiesta di “risarcimento” è, appunto, milionaria.
Secondo gli inquirenti, Giuliano tra il 2021 e il 2023 avrebbe creato e ceduto poi a terzi crediti d’imposta inesistenti derivanti da lavori mai eseguiti o gonfiati in modo da acquisire crediti per 35,8 milioni, poi compensati per 525 mila euro e ceduti per 28 milioni e mezzo.
La vicenda aveva gettato nello sconforto decine di clienti (veneziani, trevigiani e bellunesi, ma anche stranieri), truffati per aver stipulato centinaia di contratti con tra pannelli solari, impianti di climatizzazione e caldaie green, e poi rimasti a secco.
A fare la parte del leone, nella lista dei creditori, è lo Stato da cui – come evidenziato anche dall’indagine della Fiamme Gialle e della Procura chiusa a settembre – la Green Project Agency avrebbe drenato milioni di euro di crediti fiscali sulla base di contratti di fornitura di energia elettrica e impianti mai portati a termine, o portati a termine solo in parte, registrati ma mai effettivamente stipulati.
Solo l’Agenzia delle Riscossioni ha presentato al giudice Silvia Bianchi un conto da 21,4 milioni di euro tra crediti privilegiati (i primi ad essere risarciti nel caso di trovino fondi) e chirografi.
Nella lista c’è la Deutsche Bank, che comparve da vittima nelle carte dell’inchiesta dopo aver concesso a Giuliano un finanziamento da 1,5 milioni credendo a documenti contabili in realtà scorretti.
Compaiono anche due società di calcio, tra cui il Venezia Calcio, di cui la Green Project fu sponsor per un breve periodo e che oggi chiede le vengano pagati 317 mila euro, e il Città di Mestre, società che con l’azienda di Giuliano aveva rapporti di sponsorizzazione almeno fino allo scoppio dello scandalo. —
eugenio pendolini
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