Giustizia, legali in scioperoper i ritardi della Cittadella
Tre gli anni di ritardo: prima i reperti archeologici, poi un’area da bonificare, infine un contenzioso con l’impresa De Santis costretta al fermo per un anno

Hanno scioperato e allestito gazebi, incontrato il sindaco e innalzato cartelli di protesta: l’agitazione della Camera penale veneziana - alquanto compatta quanto ad adesioni, meno quanto a partecipazione alla protesta in piazza - ha bloccato ieri le udienze senza detenuti ed acceso i riflettori sugli «inaccettabili ed inspiegabili ritardi» del cantiere che deve trasformare l’ex Manifattura Tabacchi di piazzale Roma nella nuova Cittadella della Giustizia. Tre, ormai, gli anni di ritardo: prima i reperti archeologici, poi un’area da bonificare, infine un contenzioso con l’impresa De Santis costretta al fermo per un anno (e, infine, liquidata con 15 milioni di euro, che hanno fatto salire a 60 i costi del primo lotto) hanno dilatato i tempi del cantiere.
«Abbiamo avuto un cordiale e franco incontro con il sindaco Cacciari», racconta all’uscita da Ca’ Farsetti, l’avvocato Antonio Franchini, presidente della Camera penale veneziana, «gli abbiamo manifestato tutte le nostre perplessità sulla poca chiarezza e i tempi troppo lunghi di quest’intervento fondamentale di riorganizzazione degli uffici giudiziari veneziani, oggi sparpagliati in una decina di sedi inadeguate e degradate».
Le risposte? «Il sindaco ci ha confermato che, raggiunta una transazione con l’impresa sul contenzioso che aveva rallentato i lavori», prosegue Franchini, «le date contrattuali prevedono la consegna dei primi 4 edifici per l’ottobre 2009, del lungo, nuovo corridoione di servizio per il dicembre 2009 e degli ultimi 3 immobili per ottobre 2010: a quel punto tutto il settore penale, Procura e Tribunale, potranno trasferirsi qui. Ma stiamo sempre parlando del primo lotto, per il completamento dell’intervento non si sa ancora nulla. Con il sindaco ci siamo accordati per un incontro trimestale di verifica sull’andamento dei lavori. Ci ha anche assicurato che, ora, gli operai al lavoro quotidianamente sono almeno 55. Sia chiaro, il nostro è un avviso ai naviganti: i penalisti veneziani vigileranno da vicino l’andamento del cantiere, se coglieremo altri segni di lentezza o incertezza, entreremo in sciopero immediato ad oltranza».
Cacciari ha anche parlato di investimenti pubblici: il ministero di Giustizia ha assicurato l’impegno di 7 milioni (necessari a completare il primo lotto di lavori) che però non sono ancora arrivati. Il Comune ha annunciato l’intenzione di investire nel cantiere della Cittadella - se sarà necessario - gli incassi della vendita sul mercato immobiliare di palazzo San Cassiano che oggi ospita parte della Procura e il Tribunale del lavoro. Nei giorni scorsi, l’assessora ai Lavori pubblici Mara Rumiz aveva già annunciato che al secondo lotto di lavori - per gli uffici della giustizia civile - saranno destinati i ricavi della vendita di Palazzo Diedo, a Santa Fosca, l’ex scuola che ospita il Tribunale di sorveglianza.
«E’ importante riconoscere la determinazione dell’amministrazione comunale nel voler realizzare la Cittadella della Giustizia che, come tutti i grandi progetti, soffre delle difficoltà peculiari di una realtà urbanistica unica al mondo», commenta il presidente dell’Ordine degli avvocati veneziani, Daniele Grasso, «sono comunque fortemente convinto che il nuovo assetto di tutti gli uffici giudiziari veneziani - fortemente voluto dall’avvocatura - in futuro compendiato dalle nuove allocazioni delle sezioni distaccate di San Donà e Portogruaro e dalla nuova sede del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati a palazzo Minotto, consentiranno un definitivo miglioramento della funzionalità di tutto il sistema giustizia veneziano».
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