Festival della Politica, l’appello per Trentini: «Liberatelo»

Cinque giorni di eventi raccolti sotto il titolo “Nascere al mondo” con scrittori esperti e politici: «L’urgenza di ripensare al nostro welfare»

Francesco Furlan
Festival della Politica
Festival della Politica

Nel nome di Alberto Trentini. «Perché è giusto che un Festival come questo, che si occupa di politica, si faccia promotore di uno spazio civico per chiedere la liberazione di Trentini. È in carcere da trecento giorni e non sappiamo perché, l’unica sua colpa è stata quella di aiutare gli ultimi, questo Festival è dedicato a lui». Così Nicola Pellicani, direttore della Fondazione intitolata al padre Gianni Pellicani, ha voluto inaugurare ieri pomeriggio nel chiostro di M9 il Festival della Politica, che quest’anno porta il titolo “Nascere al mondo - Futuro e demografia”.

Un omaggio al cooperante veneziano rinchiuso nel carcere El Rodeo di Caracas, Venezuela, al quale sarà dedicato sabato alle 11.30, sempre nel chiostro di M9, un evento speciale cui parteciperanno, tra gli altri, Massimo Cacciari, Ottavia Piccolo, Marco Damilano, Annalisa Cuzzocrea e Beppe Giulietti.

Ma il pensiero andrà a Trentini anche in tutti gli altri cinquanta appuntamenti in programma fino a domenica, quando la giornalista e inviata di guerra Cecilia Sala (alle 20.30 in piazza Ferretto) chiuderà la rassegna. «Incontri, dibattiti, presentazione di libri, proiezioni di film e workshop: il festival non è solo una rassegna cultura», ha aggiunto Pellicani, «ma uno strumento di generazione urbana per la città».

Un progetto al quale contribuiscono i principali soggetti istituzionali della città come il Comune, ieri rappresentato dalla presidente del Consiglio, Linda Damiano, la Camera di Commercio (con Chiara Tagliaferro) e la Fondazione di Venezia (c’era il direttore generale Giovanni dell’Olivo). Se il tema di quest’anno è la demografia lo si deve alla scelta dei curatori Sara Sanzi, Pietro Del Soldà, Marco Filoni e Alessandro Aresu.

Ed è chiaro anche solo dai numeri inviati nel messaggio di saluto dal presidente della Regione, Luca Zaia, che è un tema di cui la politica si deve occupare: in cinquant’anni il numero delle nascite in Veneto si è dimezzato: da 65 mila a 30 mila neonati l’anno. Come farà il welfare a reggere? Quali interventi sarà necessario apportare al sistema pensionistico? Non è un caso che in Francia - come osserva dell’Olivo - il governo di François Bayrou si caduto sulla diversità di veduta delle risposte da dare. Ragionare di demografia, osserva Damiano, vuol dire anche ragionare su politiche per il lavoro femminile, sostegno alla genitorialità: «Sono mamma da dieci mesi e so quanto difficile sia coniugare famiglia e lavoro». Ma non solo di demografia si parlerà nei tanti appuntamenti in programma.

«Devo dire che non c’è stato un ospite che, quando gli abbiamo proposto di venire a Mestre», rivela la curatrice Sanzi, «non conoscesse il Festival o non volesse venire». Un dettaglio che racconta come il festival abbia avuto la capacità di ritagliarsi uno spazio riconosciuto nella vastissima offerta di festival che affolla l’Italia.

«Lo sviluppo socio economico della città», per dirla con le parole della rappresentante della Camera di commercio, «passa anche per lo sviluppo culturale del territorio, questo Festival è un esempio prezioso». E quindi via agli incontri quindi, con ospiti come Chiara Valerio, Marianna Aprile, Carlo Cottarelli, Marino Sinibaldi o Matteo Lancini. In un mondo in guerra - l’Ucraina, la Palestina e molti altri conflitti dimenticati - si proverà a parlare anche di pace. “Religioni e guerre” è il titolo del dialogo tra Cacciari e monsignor Vincenzo Paglia che si terrà domani alle 19.30 in piazza Ferretto. Un Festival per provare a capire il mondo, anche e soprattutto quando ci appare incomprensibile . —

 

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