Sciopero dei farmacisti, la protesta a Venezia: «Condizioni di lavoro e stipendi non più accettabili»

Oltre 200 farmacisti da tutto il Veneto si sono riuniti a Venezia, in campo San Maurizio, per chiedere il rinnovo del contratto e stipendi dignitosi. La mobilitazione, promossa dai sindacati Filcams, Fisascat e Uiltucs, segue la rottura delle trattative con Federfarma

Maria Ducoli
La protesta
La protesta

Duecento farmacisti da tutto il Veneto si sono radunati in campo San Maurizio a Venezia per ribadire il loro diritto a condizioni contrattuali soddisfacenti. Questo giovedì mattina i presidi sono fioriti in tutt’Italia, spinti dallo stato di agitazione delle farmacie private, oggi in sciopero. Agitazione che arriva dopo la rottura delle trattative con Federfarma per il rinnovo del contratto di lavoro e l’aumento dello stipendio.

“Lo sciopero è una scelta necessaria — dichiarano le segreterie regionali Filcams, Fisascat e Uiltucs del Veneto — perché Federfarma ci ha costretti a questa scelta. Dopo mesi di confronto, il contratto è ancora fermo e i farmacisti non possono più attendere. Scioperiamo con senso di responsabilità, per difendere il valore di una professione che è parte viva della sanità pubblica e della comunità.”

La protesta
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In un momento storico all’insegna della crisi del Sistema sanitario nazionale e di riforma della sanità territoriale partita con il freno a mano tirato, ai farmacisti viene chiesto sempre di più. Non solo vendita dei farmaci, non solo un ruolo di presidio del territorio, ma anche vaccini antinfluenzali, elettrocardiogramma, controlli della glicemia e screening di vario tipo. Così, mentre la farmacia dei servizi avanza, tra la soddisfazione di Federfarma le critiche di chi sottolinea che tutte quelle prestazioni dovrebbero essere garantite dalla sanità pubblica, i farmacisti chiedono dignità e riconoscimento professionale. I neo assunti entrano con un contratto di 1.300 euro lordi, prendendo solo cento euro in più di un semplice commesso, nonostante la laurea, il superamento di un esame di stato e l’iscrizione all’ordine professionale.

La protesta
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Ordine che, tra l’altro, dicono essere “una macchina mangia soldi, che non tutela realmente nessuno”. Dopo una vita in farmacia, gli scatti sullo stipendio fanno lievitare la busta paga fino a 1.450 / 1.500 euro, sempre lordi, e sempre troppi pochi per la categoria e i rappresentanti sindacali. “Forse è anche per questo che nessuno vuole più fare questo lavoro?” chiedono dal palco. I numeri, effettivamente, sono drammatici: in tutta la regione mancano 500 farmacisti, metà solo nella provincia di Venezia.

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