Eredità, Brass contro Brasssequestrati dipinti e gioielli

I componenti della famiglia del noto regista veneziano sono in lotta per l’eredità lasciata dal padre e dalla madre e alcuni di loro hanno chiesto e nei giorni scorsi ottenuto dal giudice del Tribunale civile Anna Maria Marra il sequestro giudiziario di tutti i beni che i genitori hanno lasciato. Ci sono poco più di cinquecento dipinti, alcuni dei quali di grande valore, decine di pezzi d’argenteria antichi e numerosi gioielli, per un valore complessivo di alcuni milioni di euro
Brass contro Brass. I componenti della famiglia del noto regista veneziano sono in lotta per l’eredità lasciata dal padre e dalla madre e alcuni di loro hanno chiesto e nei giorni scorsi ottenuto dal giudice del Tribunale civile Anna Maria Marra il sequestro giudiziario di tutti i beni che i genitori hanno lasciato.


Ci sono poco più di cinquecento dipinti, alcuni dei quali di grande valore come quello del vedutista genovese del 1700 Alessandro Magnasco valutato 400 mila euro o il quadro del manierista cinquecentesco «Parmigianino», decine di pezzi d’argenteria antichi e numerosi gioielli, per un valore complessivo di alcuni milioni di euro. Il magistrato ha nominato custode del patrimonio mobiliare l’avvocato veneziano Marcello Maggiolo, che ora dovrà decidere se svuotare la casa dei genitori di tutti i beni per sistemarli in un altro luogo o mantenerli dove sono sempre stati, impedendo comunque che vengano dispersi o venduti.


Da una parte ci sono Maurizio, Tinto e i figli di Italico, che nel frattempo è deceduto, dall’altra Andrea, l’unico dei quattro che continua a vivere nella grande abitazione dei genitori e nei confronti del quale è scattato il sequestro. La questione si è aperta dopo il decesso della madre Carla, che lo scorso anno è deceduta all’età di 97 anni, mentre il marito - padre dei quattro fratelli - era morto oltre 30 anni fa. I testamenti lasciati sono più d’uno, sarebbero ben cinque, uno diverso dall’altro e la loro interpretazione ha scatenato le discussioni per la spartizione dei numerosi e preziosi beni.


L’avvocato Sergio Camerino per conto di Maurizio aveva già presentato richiesta di sequestro alcuni mesi fa, ma poi il legale l’aveva lasciata cadere ritenendo che i componenti della famiglia potessero arrivare ad un accordo. Ma un mese fa l’ha ripresentata negli uffici del Tribunale di Rialto perchè fratelli e nipoti non erano riusciti a trovare un’intesa sulla divisione. A quel punto anche gli altri fratelli hanno aderito all’iniziativa nel confronti di Andrea, che con l’avvocato Ippolita Ghedini si è opposto nell’udienza di dieci giorni fa, quando il giudice Marra ha voluto sentire le ragioni degli uni e degli altri.


Prima di decidere se concedere o meno il sequestro il magistrato si è presa una settimana, quindi, venerdì scorso ha firmato il provvedimento e lunedì scorso il legale nominato custode dei beni si è messo in moto innanzitutto per cominiciare ad inventariare quadri, pezzi di argenteria e gioielli. Nel frattempo, procede la causa per stabilire come dividere in quattro parti l’ingente patrimonio.

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