La carica dei ventenni verso il Consiglio regionale del Veneto: ecco chi sono
Il più giovane è Jacopo Ongaro, 19 anni, fresco di diploma scientifico: «Vogliamo coinvolgere i ragazzi, parlando di casa e salute mentale»

I casi più eclatanti sono senz’altro quelli di Ginevra Zanetti (Pd) e Jacopo Ongaro (Le civiche venete).
Vicentini entrambi, 19 anni appena. Lui, di Valdagno, fresco di diploma al liceo scientifico e, ora, di immatricolazione alla facoltà di Ingegneria gestionale. «Dividermi tra famiglia, fidanzata, studio e impegni politici non è semplice – ammette – ma io ci tengo e non voglio rinunciare a niente».
E il nome più famoso? Virginia Libero, la 27enne di Padova, che Elly Schlein ha appena scelto per la guida della segreteria dei Giovani democratici. Certo, per l’incoronazione definitiva bisognerà attendere il voto di novembre, ma lei è l’unica candidata in lizza.
In generale, è un centrosinistra che punta sui giovani, quello che si avvicina all’appuntamento elettorale del 23 e 24 novembre.
Quattro, gli under 30, tra le file del Pd: oltre a Libero e Zanetti, la 29enne Eleonora Guizzaro, di Monselice, e il 25enne veronese Mattia Mosconi.
Un paio dovrebbero poi provenire dalle liste, ancora in divenire, di Avs. Nessuno dal Movimento 5 Stelle.

E diversi, oltre a Jacopo Ongaro, si trovano tra le file de Le civiche venete per Giovanni Manildo. Una lista che, con i suoi sei under 30, dimostra di avere a cuore la missione di valorizzazione dei più giovani: da Treviso, Pietro Sala e Caterina Dozzo, rispettivamente classe 2000 e ’99; da Vicenza, Giovanni Menegato, classe ’96. E i due ’95 Alberto Campanini, di Isola della Scala, e Beatrice Verzè. Lei sarà persino capolista a Verona.
«Vogliamo dire che noi giovani non siamo una “riserva indiana”» spiega, «E siamo stanchi di una politica e, soprattutto, di una campagna elettorale che sanno parlare di giovani soltanto in modo retorico. Noi, con le nostre esperienze e le nostre competenze, vogliamo portare delle proposte che siano capaci di incidere in maniera reale sul futuro della nostra generazione, parlando di trasporto pubblico locale, di affitti calmierati, di mutui a costi abbordabili, di asili nido e diritti alla persona».
E parla di temi anche il dem Mattia Mosconi, 25 anni. Che all’impegno nella politica attiva alterna le mattine sui banchi dell’Università, dov’è iscritto alla facoltà di Studi strategici per la sicurezza e le politiche internazionali.
«Salute mentale, diritto alla casa, diritto al lavoro, morti bianche: sono queste le priorità per la nostra generazione. Questi i temi a partire dai quali vogliamo lavorare, per provare ad avvicinare anche i più giovani alla politica».
E poi c’è Jacopo Maltauro, che, nonostante i suoi appena 24 anni, nella politica veneta è ormai un personaggio navigato. A tal punto dall’essersi persino già potuto permettere il “lusso” di transitare da un partito a un altro: dalla Lega a Forza Italia, dove milita da inizio anno.
«Me ne sono andato dal mio vecchio partito, in protesta contro la linea di Salvini e Vannacci, e contro l’alleanza con l’estrema destra in Europa» dice. Ventiquattro anni, si diceva. In Consiglio comunale a Vicenza da quando ne aveva 18, è stato vicecapogruppo, presidente della commissione relazioni internazionali. E poi, alla ricandidatura nel 2023, è risultato il più votato, tra i nomi della Lega.
E, a proposito di Lega, un altro giovanissimo – al di là del quasi certamente candidato presidente Alberto Stefani, 32 anni – è il rodigino Lorenzo Rizzato. Ventisei anni, ventisette il prossimo 5 ottobre, anche lui è un enfant prodige della politica locale. «Sono entrato in Consiglio comunale ormai sei anni fa. Ma i primi passi nel partito li ho mossi a 16 anni, da volontario. È stato allora che ho conosciuto Stefani: immaginarlo candidato presidente, e avere la possibilità di affiancarlo come candidato consigliere, mi riempie di soddisfazione e di speranza. È bello quando i giovani si rimboccano le maniche per costruire il futuro».
È un po’ la sfida di questi ragazzi: costruirlo, il futuro; ma anche dimostrarsi credibili, nonostante la barriera dell’età, e rendere le proprie proposte appetibili agli occhi dei coetanei. «Effettivamente, la politica locale è spesso respingente per i più giovani» ammette il 19enne Ongaro, «Io stesso mi sono avvicinato a questo mondo, pensando ai grandi temi internazionali. Però è una prospettiva che non basta: la dimensione locale è quella nella quale siamo immersi tutti i giorni. E occuparsene, allora, non è un’opzione».
E Fratelli d’Italia? Ad ora, giovani non pervenuti. Ma alla presentazione delle liste manca ancora un mese. —
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