È morto a 73 anni “Obelix” Boso a lungo braccio destro di Bossi

Stroncato da un attacco cardiaco nella notte. L’ex parlamentare del Carroccio è stato uno dei dirigenti più ascoltati in Veneto Il ricordo di Zaia e Ciambetti 
Enzo Erminio Boso, ex senatore ed europarlamentare Lega Nord, con spezzatino di orso, che non ha potuto mangiare alla Festa della Lega Nord a Imer, in Trentino oggi 03 luglio 2011. ANSA/PAOLO OBBER
Enzo Erminio Boso, ex senatore ed europarlamentare Lega Nord, con spezzatino di orso, che non ha potuto mangiare alla Festa della Lega Nord a Imer, in Trentino oggi 03 luglio 2011. ANSA/PAOLO OBBER

TRENTO. “Obelix” sembrava invincibile. Anche agli occhi dei’lighisti’ veneti, prima ancora che a quelli dei conterranei, i trentini. Era infatti Enzo Erminio Boso uno dei dirigenti più ascoltati in terra veneta ai tempi della “padania libera”.

Il gran predicatore della secessione, braccio destro per lungo tempo di Umberto Bossi. Boso è stato sopraffatto, improvvisamente, l’altra notte da un attacco cardiaco. L’ex parlamentare della Lega aveva 73 anni.

E il primo a dolersi è stato, guarda caso, Luca Zaia, il presidente veneto. Che così lo ricorda. «Era un personaggio silente ma non assente, che sapeva parlare nel momento giusto, con i tempi, la convinzione, la determinazione e le caratteristiche tipiche delle genti di montagna. Boso rappresentava lo spirito della Lega della prima ora, e si era sempre battuto per un Trentino leghista: un sogno che ha fatto a tempo a realizzare». Non si sa quanto condividesse la svolta “italiana” di Salvini; preferiva non pronunciarsi. Da trentino si sentiva più veneto che lombardo, come anima leghista.

Lo affascinavano le prime battaglie dei Serenissimi. Senatore dal 1992 al 1996, subentrò in Europarlamento a Gian Paolo Gobbo nel 2008. Nell’autunno 2013 manifesto’l’intenzione, mai realizzata, di candidarsi alle primarie contro Matteo Salvini. «Buon viaggio Enzo – ha scritto su Fb il leader –, abbiamo messaggiato fino a ieri e stanotte hai scelto di proseguire la tua battaglia da Lassù. Faremo sempre più belli il Trentino e l’Italia, contaci».

«È morto com’era vissuto: sorprendendoci» : così Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale. «Difficile non ricordare la sua esuberanza, talvolta tracimante, che rispondeva anche al bisogno sentito in larga parte dell’elettorato, non solo leghista, di dare una svolta decisa alla politica paludata, incapace di prendere posizioni nette e chiare. La sua vera eredità? È fatta – risponde Ciambetti – dal bisogno dirompente di onestà e pulizia».

F.D.M.

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