Dallo studio veneziano AMAA il progetto di recupero dell’ex base Nato

Da Monte Calvarina alle Corderie dell’Arsenale arriva il progetto del recupero architettonico e morfologico dell’ex base Nato sita nel comune di Roncà, con vista sulle valli di Vicenza e Verona, abbandonata da anni, quindi definitivamente in pace con se stessa.
La nuova vita della struttura che serviva per il controllo aereo durante gli anni della Guerra fredda è nelle mani degli architetti Alessandra Rampazzo, veneziana, e Marcello Galiotto, vicentino, soci fondatori dello studio AMAA con sede in laguna e ad Arzignano, tra i pochissimi italiani presenti alla 18. Mostra Internazionale di Architettura.
«Siamo emozionati e felici» dice Alessandra Rampazzo «all’inizio quasi non ci credevamo, considerato che ci sono molti altri studi più blasonati di noi che aspettavano di essere chiamati».
L’installazione “It’s Kind of a Circular Story”, nella sezione “Dangerous Liaisons”, racconta il percorso di riutilizzo di una struttura che chiamava guerra e ora, e nel futuro, grazie alla gestione della Fondazione Safe, chiamerà ricerca, condivisione, recupero, vita sociale
Da Monte Calvarina è stato portato il frammento di un muro in cemento armato, in cima a una scala di ferro che conduce a un foro attraverso il quale è possibile vedere il film che racconta il viaggio de frammento dalla base Nato a Venezia.
Il modello del progetto, intitolato “On Topography”, a sua volta poggia su un tavolo di quaranta metri quadrati di superficie formato da fogli di ottone altrimenti destinati allo smaltimento, materiale di scarto dell’azienda De Castelli, e con la collaborazione dell’artista Arcangelo Sassolino. «È una forma di riuso nel senso più totale del termine» continua Alessandra Rampazzo. Accanto, le fotografie analogiche di Ernesto Caviola stampate da Arrigo Ghi.
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