«Crisi strutturale Parte di quanto perso non ritornerà più»

A CONFRONTO Mario Moretti Polegato al tavolo degli economisti-Nobel ieri a Venezia
VENEZIA.
Per spiegare la crisi e la sua evoluzione il direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale per l'Italia, Arrigo Sadun, prende a prestito le suppellettili dell'epoca vittoriana: «Molti errori, anche di politica economica, sono stati fatti pensando che la crisi fosse a V o a W, o come una parabola rovesciata. Invece è come una vasca da bagno vittoriana». La "vasca-crisi" è fatta così: una caduta dello sviluppo rapido e profondo, come la sua spalliera. Una relativamente lunga conca di semi-stagnazione con la quale, probabilmente, ci stiamo confrontando. Un'uscita lenta e progressiva come il piede della vasca, che, però, finisce ad un livello inferiore della spalliera. Insomma parte di quel che abbiamo perso non lo recupereremo più e questa è una realtà con la quale, soprattutto sul fronte dell'occupazione, si deve fare i conti. Bisogna avere tempo, pazienza e anche occhio lungo. «Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno sbagliato nel pensare che l'uscita dalla crisi sarebbe stata rapida e ad interrompere il sostegno all'economia, salvo tornare indietro velocemente» dice ancora Sadun che peraltro, non è pessimista sul momento drammatico che sta vivendo l'Europa sotto l'attacco dei mercati finanziari ai debiti dei singoli paesi. «Le ipotesi sullo sfaldamento dell'Eurozona mi sembrano azzardate, anzi vedo che la crisi ha dimostrato che i paesi dell'Eurozona hanno capacità di mettersi insieme e di costruire qualcosa di importante». Anche l'Italia, tra questi, ha saputo gestire in maniera corretta le finanze pubbliche e la programmazione delle riforme. Ma alla discussione tra gli economisti prestigiosi riuniti a Venezia dal tradizionale appuntamento dei Nobels Colloquia, molte sono le ricette e molti gli interrogativi che questa crisi e questo momento lasciano aperti. C'è chi, come Eric Muskin, Nobel per l'economia nel 2007, sostiene che l'Europa dovrebbe smetterla di avere come obiettivo quello di tagliare bilanci per mettere al centro della sua politica economica il problema della ripresa e del sostegno ai consumi, anche con politiche fiscali appropriate. Già, gli fa notare Sadun, buona idea per gli Usa, ma i mercati finanziari attacchino i paesi che non seguono rigore di bilancio, mettendo a rischio l'Eurozona. Da questo punto di vista c'è almeno una proposta che trova d'accordo tutti: l'unico modo per uscirne è di far fare un salto all'Europa creando una forte autorità, una sorta di Tesoro europeo, che vigili su politiche fiscali ed emissione di bond, perché «la debolezza dell'euro è anche l'assenza di una credibile leadership europea». Più critico sulla situazione economica dell'Italia è Edward Prescott, Nobel nel 2004, secondo cui l'Italia ha perso un decennio di crescita, né più né meno come il Giappone che è diventato un caso a livello internazionale: «Sarebbe ora che il Paese desse avvio a un vasto programma di riforme che permetta di recuperare produttività all'economia e, quindi, il terreno perso». Tra queste ci sono quelle che Mario Moretti Polegato, patron di Geox, chiede per fare sì che le potenzialità del sistema industriale italiano e delle sue aziende creative siano espresse. «Premiare i giovani, i migliori, non seguire il nepotismo e il caos che oggi sembrano dominare. Far sì che la politica si metta intorno a un tavolo per costruire un progetto per il futuro del Paese. Le potenzialità che si creai anche qui una Silicon valley fatta di aziende vitali che tirano lo sviluppo del Paese ci sono, basta coltivarle». Alessandra Carini TAV VENEZIA-TRIESTE Riccardi: rispetteremo i tempi
TRIESTE.
L'Italia rispetterà i tempi previsti per la consegna dei progetti della Tav nella tratta Venezia-Trieste alla Commissione europea entro la fine del 2010: lo ha riferito l'assessore ai Trasporti del Friuli-Venezia Giulia, Riccardo Riccardi. Il dato è emerso ieri a Bruxelles, nel corso di un incontro cui ha preso parte lo stesso Riccardi, con tecnici, dirigenti della Commissione Ue, enti locali e ministero delle Infrastrutture. La consegna dei progetti preliminari nei tempi previsti è stata garantita da Ferrovie dello Stato. Le due regioni hanno scelto la variante sud o litoranea tra Mestre e Portogruaro e il tracciato parallelo all'autostrada A4 tra Portogruaro e Ronchi dei Legionari.
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