Crisi ex Ilva, fronte comune in Veneto: sindacati e Regione uniti per salvare i posti di lavoro
Porto Marghera e Legnaro al centro del tavolo regionale sulla crisi ex Ilva. Regione Veneto e sindacati (Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil) chiedono monitoraggio costante, investimenti e tutele per i 70 lavoratori veneti coinvolti

Regione Veneto e organizzazioni sindacali fanno fronte comune per affrontare la crisi dell’ex Ilva e tutelare i lavoratori impiegati nei due siti veneti di Porto Marghera e Legnaro.
È quanto emerso dall’incontro tenutosi mercoledì 18 giugno presso la sede regionale di Mestre, richiesto da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, alla presenza dell’assessora al Lavoro Valeria Mantovan e dell’Unità di crisi aziendali di Veneto Lavoro, rappresentata da Giuliano Bascetta.
Gli impianti veneti
I due impianti veneti, che occupano complessivamente circa 70 dipendenti (49 a Porto Marghera e 21 a Legnaro), svolgono un ruolo logistico e di supporto all’interno del sistema produttivo dell’ex Ilva – oggi Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria – ma i timori per le conseguenze della crisi nazionale, aggravata dallo stop imprevisto a uno degli altoforni di Taranto, sono forti anche a Nordest.
«Abbiamo confermato alle parti sindacali la disponibilità della Regione a controllare la situazione tramite un tavolo di monitoraggio dedicato», ha dichiarato l’assessora Mantovan, sottolineando l’intenzione di attivare ogni possibile strumento regionale di supporto qualora si rivelasse necessario.
Sindacati e istituzioni insieme
Sindacati e istituzioni concordano sulla necessità di allargare il confronto anche a livello ministeriale e di coinvolgere tutte le Regioni interessate per affrontare con maggiore coesione l'emergenza industriale e occupazionale che coinvolge il gruppo siderurgico.
Per Nicola Panarella, segretario generale Fim Cisl Veneto, «sono state gettate le basi per un lavoro congiunto con Palazzo Balbi: ora tutti gli attori sono consapevoli della fragilità che coinvolge i due siti veneti».
Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia ed energia Fiom Cgil, ha parlato di «incontro positivo»: «Anche se l’impatto occupazionale dell’ex Ilva in Veneto è minore rispetto ad altre aree, Porto Marghera e Legnaro hanno una storia industriale significativa e meritano attenzione».
Diego Panisson, della Uilm Uil Venezia, ha ribadito la necessità di provvedimenti specifici: «Servono investimenti straordinari, incentivi al prepensionamento e uscite volontarie, oltre a una legge speciale per i lavoratori Ilva, perché il piano di decarbonizzazione non garantisce la piena occupazione».
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