Confindustria Belluno-Dolomiti: «Legge sulla montagna, serviva più attenzione all’innovazione e alla ricerca»

La presidente Berton: «Un passo avanti importante. Ma ora servono risposte concrete per imprese e territori con zero burocrazia. l’applicazione sia rapida e le risorse certe. le Terre alte non possono piú aspettare»

La presidente di Confindustria Belluno Dolomiti Lorraine Berton
La presidente di Confindustria Belluno Dolomiti Lorraine Berton

«Una legge attesa da anni, che può segnare un punto di svolta per le terre alte, a patto che non resti un esercizio teorico, ma venga resa operativa in tempi rapidi e con strumenti chiari. Ci sono nodi urgenti da affrontare subito e con risorse economiche vere». È il commento di oggi, venerdì 12 settembre, di Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti e delegata nazionale all’economia della montagna per Confindustria, dopo l’approvazione definitiva della legge per il riconoscimento e la promozione delle zone montane, avvenuta il 10 settembre. Per Berton, si tratta di un provvedimento che riconosce finalmente il valore strategico delle comunità montane anche sotto il profilo economico, produttivo e sociale, ma che ora deve tradursi in atti concreti. «Accogliamo con favore il via libera del Parlamento – sottolinea – ma il nostro giudizio definitivo dipenderà dall’effettiva applicazione. I territori di montagna non possono più aspettare. Famiglie, comunità, imprese hanno dimostrato una resilienza straordinaria, ma non possiamo continuare a fare tutto da soli. Tutti gli indicatori, innanzitutto quelli demografici, ci dicono che non c'è più tempo. Fatta la legge, serve un ulteriore sforzo di concretezza e responsabilità».

L’impegno dell’associazione su questo fronte non nasce oggi. Già nel 2019, proprio a Cortina, era stato costituito – proprio su impulso di Confindustria Belluno Dolomiti – il network nazionale “Confindustria per la Montagna”, con l’obiettivo di portare all’attenzione del legislatore «le esigenze e le potenzialità delle imprese montane. In questi anni, Confindustria Belluno Dolomiti ha partecipato attivamente ai tavoli istituzionali, formulando proposte concrete per rafforzare la competitività dei territori d’alta quota. Tra queste, spiccano le misure a favore della nascita di nuove imprese, dell’attrazione di start-up e del rafforzamento della filiera dell’innovazione, che – sebbene ampiamente condivise – non sono state inserite nel testo finale della legge».

«Avremmo però voluto vedere una maggiore attenzione strutturale all’innovazione e alla ricerca – osserva Berton – perché senza una visione moderna e integrata dello sviluppo montano, rischiamo di replicare logiche del passato. Invece serve futuro: servono strumenti per trattenere e attrarre giovani, investimenti su tecnologia, capitale umano e imprese ad alto contenuto di conoscenza».

La legge introduce una nuova classificazione dei comuni montani e una strategia per la montagna italiana (SMI) che fissa le priorità. Gli interventi sono finanziati dal Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane (legge 234/2021) e mirano a rafforzare sanità, scuola e connettività. Sul piano economico è previsto un incentivo per under 41 che avviano nuove attività nei comuni montani. La governance passa attraverso la SMI e la conferenza unificata: non nasce un nuovo ente, servirà un coordinamento efficace tra i vari livelli istituzionali.

«Tuttavia, persistono alcune aree critiche che il mondo imprenditoriale evidenzia con chiarezza, dopo una prima attenta lettura del testo normativo. In primo luogo, mancano ancora dettagli operativi sui tempi di attuazione e sulle modalità di accesso alle risorse. L’efficacia di molte misure dipenderà infatti dai decreti attuativi, che dovranno essere approvati entro novanta giorni. Senza questo passaggio, la legge rischia di restare sulla carta. Inoltre, l’assenza di una governance multilivello definita potrebbe compromettere la capillarità degli interventi, lasciando ai margini proprio i Comuni più piccoli e le microimprese». Per questo, Confindustria Belluno Dolomiti «sollecita una rapida definizione dei decreti applicativi, la piena trasparenza nell’allocazione delle risorse e l’attivazione di strumenti in grado di supportare amministrazioni locali e imprese nell’accesso alle opportunità. “Servono procedure snelle, canali diretti e una visione strategica condivisa – afferma Berton – perché i territori di montagna devono essere messi nelle condizioni di contribuire allo sviluppo del Paese alla pari con tutte le altre aree. In parole povere, serve un approccio a burocrazia zero».

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