Cittadella della Giustizia, indaga la Corte dei conti
Sono stati aperti al pubblico gli uffici di Piazzale Roma. Gli uffici del Tribunale fino a tutto l’anno prossimo rimarranno a Rialto

VENEZIA.
Come è accaduto per il ponte di Calatrava, anche per la Cittadella della giustizia c’è un fascicolo aperto sul tavolo del procuratore presso la Corte di Conti Carmine Scarano. Toccherà a lui valutare se gli evidenti ritardi nei lavori e l’aumento dei costi nel corso del tempo possano costituire un danno erariale o se si tratti, come spesso accade, dell’ennesima gestione discutibile di un appalto pubblico, che però non si è trasformata in un danno per le finanze pubbliche.
Come per il quarto ponte sul Canal grande, anche in questo caso l’indagine è iniziata sulla base di un esposto da parte di un soggetto istituzionale. Per il primo era stata la relazione dell’Autorità di vigilanza sugli appalti pubblici di Roma a far partire i primi accertamenti sia alla Procura contabile che a quella della Repubblica, per gli interventi alla Manifattura Tabacchi sarebbe stato un esposto della Procura generale di alcuni mesi fa a far scattare l’indagine. Si tratta di accertamenti che hanno mosso i primi passi, anche perchè - nonostante il tempo trascorso - il primo lotto dei lavori non è ancora concluso: gli interventi dovrebbero terminare alla fine del 2011 con la consegna dell’edificio nel quale si trasferiranno uffici e aule del Tribunale penale. Nella cerimonia di ieri, infatti, sono stati consegnati solo gli uffici della Procura della Repubblica, mentre quelli del Tribunale, almeno fino a tutto l’anno prossimo, rimarranno dove sono ora, a Rialto.
Il Comune di Venezia aveva acquisito dai Monopoli di Stato, un tempo proprietari dell’intera area dove si producevano sigarette, sigari e tabacco, gli edifici di piazzale Roma il 31 dicembre 1997, ma risale da ancor prima l’idea di riunificare le dieci diverse sedi degli uffici giudiziari veneziani. A lanciarla per primi erano stti gli avvocati del Consiglio dell’Ordine lagunare, che avevano addirittura incaricato l’architetto Ugo Camerino di ideare un progetto di massima per la Manifattura, progetto che poi è stato donato all’amministrazione municipale.
Tredici anni e mezzo per la consegna dei primi uffici, ma il primo lotto non è ancora concluso e - stando alle previsioni di oggi - i lavori termineranno alla fine del prossimo anno (fa dunque quindici anni), poi ce ne vorranno molti altri per cconludere gli interventi per trasferire anche la Corte d’appello alla Manifattura Tabacchi. Nel frattempo i costi sono lievitati (46 milioni fino ad ora, almeno altri 60 per il secondo lotto) e non soltanto a causa del tempo trascorso, ma anche per alcuni intoppi, come ad esempio la mancata previsione dei sondaggi archeologici e di quelli ambientali. Come per Calatrava i responsabili del procedimento per il Comune sono stati prima l’ingegner Roberto Scibilia, poi l’ingegner Salvatore Vento.
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