Caso Quaglia, Croff resta sotto assedio
Il Consiglio «prende atto» delle dimissioni del dirigente, ma attacca. Cacciari e Miracco chiedono lumi su assunzioni e Biennale Servizi
Croff «assediato» dal Consiglio della Biennale che ha «preso atto» ieri delle dimissioni per giusta causa del direttore organizzativo Renato Quaglia, ma tiene alta la tensione nella fondazione, con il presidente contrapposto al sindaco e vicepresidente della Biennale Massimo Cacciari e al consigliere Franco Miracco, portavoce del presidente della Regione. Croff ha spiegato l'addio di Quaglia - dopo le dimissioni dal settore Arti Visive per i contrasti sul budget con il curatore Robert Storr e quelle da Danza, Musica e Teatro seguite all'avvio di un procedimento disciplinare nei suoi confronti aperto dalla Biennale - con il ruolo sempre più aggressivo assunto dal dirigente nei confronti del critico americano e con i problemi che questo suo atteggiamento ha creato sul piano organizzativo alla Biennale. Croff ha difeso interamente l'operato di Storr, vantando anche i buoni risultati della rassegna di Arti Visive - con una media giornaliera di quasi duemila presenze, con una crescita di circa il 20 per cento rispetto allo stesso periodo della precedente edizione 2005 - e negando ancora qualsiasi sforamento di budget. Ma ha anche rigettato la palla dall'altra parte, sostenendo in pratica che il rilievo dato al caso-Quaglia è figlio anche delle continue polemiche suscitate da Cacciari e Miracco sulla gestione della fondazione.
Ma il fatto che lo stesso dirigente abbia dato le dimissioni, impedisce in pratica anche a chi vorrebbe sostenerlo, di chiedere il suo reinserimento. Insoddisfatto, comunque, Cacciari: «L'informazione ci è arrivata a fatti accaduti. Abbiamo preso atto ma resta la critica al fatto che questa situazione è stata gestita senza quella che ritengo dovesse essere un'informazione al Consiglio». Sulla stessa linea Miracco: «Continuo a credere che il Consiglio non viene messo al corrente di quello che accade e non è nelle condizioni di svolgere il proprio compito. E' già accaduto: del rapporto con la Festa del Cinema di Roma all'inizio eravamo all'oscuro. La lettera di contestazione a Quaglia non doveva essere mandata senza prima discutere in Consiglio che lo ha nominato e da quello che sapevamo noi Quaglia è stato per tre anni l'uomo di fiducia di Croff. Oggi scopriamo che era un dipendente sleale e ambizioso. Croff ha insistito sul carattere spigoloso della persona, caratteristica di cui abbiamo sempre avuto segnali senza che questo incidesse sulla sua bravura nel tutelare il budget di cui era responsabile». Miracco ha chiesto al presidente «informazioni su chi è stato assunto negli ultimi tre anni in qualsiasi forma e di conoscere il bilancio della società Biennale Servizi», presieduta da un altro consigliere della Biennale, Amerigo Restucci.
E a sostegno di Quaglia sul tavolo del Consiglio si è discusso anche della lettera di sostegno e solidarietà al direttore organizzativo inviata a Croff da 16 dipendenti della Biennale, che ne chiedono il rientro perché le sue capacità manageriali sono «difficilmente sostibuili». «Ci chiediamo - si legge in essa - come si è potuti arrivare ad un tale punto di criticità, avendolo sempre visto nel lavoro instancabilmente impegnato in piena difesa degli interessi della Fondazione con onesta trasparenza. Come gruppo organizzativo abbiamo anche condiviso con lui tutte le difficoltà di un budget del settore Danza Musica e Teatro inizialmente approvato a marzo che ha poi subito successive decurtazioni, anche alla vigilia di un festival di danza che siamo costretti a gestire con una voce imprevisti di pochissime centinaia di euro (210)». La preoccupazione resta palpabile e per questo ieri il Consiglio ha “congelato” la discussione sui Leoni d'Oro del Teatro e sul nuovo programma di Architettura per il 2008, che dovrebbe riguardare il riuso delle città storiche.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video