Carne agli anabolizzanti I produttori chiedono più controlli e garanzie
VENEZIA.
«Nuovi metodi e tracciabilità dei controlli sanitari nei bovini per dare maggiori garanzie ai consumatori». La richiesta viene da Unicarve, l'associazione dei produttori di carni bovine venete che raccoglie 870 imprese per un totale di circa 300 mila capi di allevamento. Si infiamma la polemica sulla denuncia fatta proprio da alcuni allevatori della presenza di anabolizzanti e steroidi negli animali. Rivolta degli allevatori onesti: «Al consumatore arriva il messaggio che la carne non è più sicura, non è così». Dagli unici dati ufficiali della Regione datati 2006 e pubblicati su alcune riviste specializzate, si vede che sui capi controllati uno su due risultava positivo o sospetto di essere stato «gonfiato». Una percentuale che non si può estendere a tutti i 300 mila bovini, ma il rischio rimane. Tanto che sono i veterinari a ricordare «i rischi per la sicurezza alimentare e la necessità di controlli stringenti e sanzioni esemplari a tutela della salute pubblica e dei consumatori». «Al contrario», denuncia Roberto Poggiani, segretario regionale dei Veterinari pubblici, «è stata di recente soppressa dalla Regione l'Unità di progetto Sanità animale e Sicurezza alimentare, istituita nel 2005 dall'assessore Donazzan». Che fare allora? Gli allevatori denunciano come i prezzi delle loro carne siano rimasti invariati da anni. Lavoro duro che ha bisogno di tempo per vedere realizzati risultati. Gonfiando gli animali con sistemi spesso «invisibili» alle attuali pratiche di controllo, si ottiene una resa maggiore e soprattutto un «risparmio» nei tempi della crescita. Carne rossa, magra, tutta uguale che fa bella mostra negli scaffali della grande distribuzione e spesso non proviene dagli allevamenti veneti. Una denuncia che va avanti, dunque. «Siamo noi a chiedere nuovi controlli e garanzie», dice il presidente di Unicarve Fabiano Barbisan, «attenti a tutelare i consumatori e a non danneggiare gli allevatori onesti, che nel Veneto sono la stragrande maggioranza». Alberto Vitucci
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