Calatrava, Cacciari proponePonte de la Zirada

Dopo centinaia di proposte e polemiche, il sindaco di Venezia a sorpresa porta in giunta la proposta di recuperare il toponimo suggerito nel 1933 per Piazzale Roma. L'idea è stata accolta dagli assessori senza alcuna obiezione. E intanto, slitta ancora una volta l'inaugurazione, ora prevista per febbraio
Si chiamerà «Ponte de la Zirada». E' il venezianissimo e laico nome «territoriale» che il sindaco Massimo Cacciari ha suggerito per il Quarto Ponte. Una proposta ufficiale, che Cacciari ha formalizzato ieri alla giunta: gli assessori l'hanno accolta in silenzio, senza nulla obiettare.

Non un voto, ma un silenzio-assenso tradotto in «atto di indirizzo» dall'assessore alla Toponomastica Augusto Salvadori: «Presenterò alla prossima seduta la delibera per "Ponte de la Zirada"».

La scelta di un nome, si sa, è questione delicata. Ieri, era all'ordine del giorno della giunta: i nuovi nomi per strade, vie, strutture vengono infatti ufficializzati dal prefetto, su proposta della giunta.


Alla riunione, l'assessore Salvadori si è presentato con un corposo fascicolo: dentro, i risultati dei sondaggi lanciati dai giornali tra i lettori, la proposta della commissione comunale, le lettere dei cittadini. Risultato: il nome più gettonato è quello di Ponte di Santa Lucia. Poco dietro, Santa Chiara.

A scompaginare una scelta che pareva fatta ci ha pensato però il sindaco, che a sorpresa si è presentato con una proposta del tutto nuova, senza riferimenti a martiri, beati o eroi, ma alla storia toponomastica di Venezia: «Ponte de la Zirada», recuperando così l'antico termine di «Zirada» (in veneziano, la curva del Canal Grande) che si ritrova anche nel titolo della vicina chiesa «Sant'Andrea de la Zirada». Ha citato la storia, Cacciari: il toponimo, infatti, fu proposto in città nel 1933 per il terminal del ponte automobilistico, al posto di quel Piazzale Roma poi voluto dal regime. Così Cacciari ha anche rilanciato: cambiare il nome proprio a Piazzale Roma, sostituendolo con «Campo del la Zirada» (ma per questo serve un altro iter, più lungo).


«I criteri che ci eravamo dati erano due», spiega Salvadori, «o intitolare il ponte a un santo o in relazione al luogo dove si trova. I tre ponti sul Canal Grande hanno nomi "territoriali", con "la Zirada" si prosegue su questa strada. A me sarebbe proprio piaciuto Santa Lucia: la proposta del sindaco è stata una sorpresa, ma è un nome autentico, originale, legato alla città, molto interessante».

«Ora diranno che l'ha proposto in polemica con Veltroni», scherza l'assessora Mara Rumiz. E i lavori? «Proseguono», spiega, «solo slitta a metà novembre, la seduta di collaudo, perché l'ingegner Siviero ha chiesto di modificarne le modalità: meglio, così si ridurranno i tempi di chiusura del tratto di Canal Grande». Ma anche l'inaugurazione slitta: «A febbraio», ipotizza il direttore dei lavori, Roberto Casarin. «Dovremo realizzare su misura del ponte cassoni in polistirolo alti un metro per caricare 1600 chili d'acqua per mq», spiega, «1000 per simulare gli arredi e 600 come possibile folla massima. Poi, la realizzazione delle balaustre ci ha preso tempo: le costole del ponte sono una diversa dall'altra, può sembrare strano, ma scegliere dove far cadere le fughe tra pannello di vetro e pannello non è stato semplice. E' un'opera davvero unica».

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