Cacciari: "Mai più edifici in zone a rischio"
A Mestre consiglio comunale all'insegna della protesta. E Razzini (Vesta) chiede scusa. Al Taliercio 550 persone. Con un verdetto gridato agli amministratori pubblici: «Colpevoli»

«Colpevoli» ripetuto ogni volta che il presidente del consiglio comunale Renato Boraso chiamato i consiglieri per l'appello. E un grande striscione con la scritta «Disastro colposo» sugli spalti. Si è aperto così il consiglio comunale straordinario sugli allagamenti del 26 settembre. Al Taliercio ieri alle 16.30 sono arrivate circa 550 persone. Ne erano attese duemila. E' toccato al sindaco aprire i lavori. Cacciari ha ribadito la scelta condivisa da tutti gli enti di arrivare alla nomina di un commissario per «velocizzare l'iter di progettazioni, appalti e realizzazioni». E poi gli impegni: «Nelle nuove urbanizzazioni e in tutte le nuove concessioni edilizie sarà obbligatorio il confronto con l'invarianza idraulica». E con la prossima approvazione del Pat, piano di assetto territoriale, «non sarà possibile aumentare l'edificato nelle zone a rischio, qualunque siano gli interessi in ballo. Questo è il compito principale del Comune». Partono fischi dagli spalti. E Cacciari irritato ribatte: «Liberi di fischiare, sono abituato».
Sul fronte dei contributi, Cacciari ha letto all'aula il testo di un comunicato della Presidenza del Consiglio che assicura l'approvazione dello stato di emergenza (e i conseguenti finanziamenti) e l'impegno dei vertici della Protezione civile di nominare il commissario. Vicino a Cacciari il prefetto Guido Nardone e il futuro commissario Mariano Carraro.
«Questo è l'impegno formale del governo che non può essere smentito - ha proseguito il sindaco - Anche se gli stanziamenti non ci saranno e se la cifra sarà insufficiente il Comune farà la sua parte integrando lo stanziamento con una decisione del consiglio per accendere un mutuo e se serve uscire dal Patto di stabilità». Nei contributi la priorità dovrà andare a chi ha avuto i locali di casa allagati, i bassi redditi e le situazioni di vera difficoltà.
ll sindaco ha ribadito che l'evento del 26 settembre è stato eccezionale e che bisogna distinguere l'assoluta eccezionalità dell'evento dalle concause che ne hanno aggravato gli effetti e dai disagi». Sbaglia chi parla di allarme rimasto inascoltato, di difetti di coordinamento e mancati interventi. 1400 le richieste di intervento alla centrale dei vigili del fuoco, 600 interventi eseguiti; finita l'emergenza Vesta ha raccolto ben 1100 metri cubi di rifiuti, cioè una montagna di rifiuti che di solito si raccolgono in quattro mesi. Ma poi Cacciari spiega che «ci sono stati dei ritardi che non hanno provocato gli allagamenti ma hanno impedito di affrontare le concause. Malcontenta ne è l'esempio evidente».
Dopo Cacciari la parola è passata ai presidenti delle Municipalità di terraferma. Massimo Venturini segnala che ci sono zone di Mestre che vanno sott'acqua due, tre volte l'anno. 375 mila euro i danni alle strutture pubbliche a Favaro - dice Gabriele Scaramuzza - che segnala l'urgenza di raddoppiare le idrovore a Tessera. Renato Panciera per Marghera raccoglie applausi quando chiama in causa i mancati lavori del Consorzio Sinistra Medio Brenta mentre Maria Teresa Dini lancia l'allarme sulle nuove costruzioni che rischiano di gettare ancor più sott'acqua Gazzera e Zelarino. Poi è la volta dei comitati: ben 24 gli interventi da tutte le zone della città. Mauro Olivi del Comitato Allagati terraferma critica il sindaco per non aver incontrato i cittadini il primo ottobre e afferma che la scelta del commissario vuol dire «ammettere di non saper governare». Franz Peverieri dell'assemblea autogestita dei centri sociali parla di un disastro annunciato ed evitabile. Roberto Trevisan avvisa il commissario: «Noi la controlleremo». Alle 20 con gli spalti oramai semivuoti, dopo gli interventi dei rappresentanti di commercianti, aziende e agricoltura, inizia il dibattito consiliare. Alla fine passa l'ordine del giorno della maggioranza, sostenuto anche da Rifondazione, con 35 favorevoli, 6 contrari, un astenuto. Impegna sindaco e giunta a garantire contributi veloci, a considerare prioritari i lavori sulle acque superficiali, favorendo la sinergia tra enti, limitando i permessi a costruire nelle aree a rischio di esondazione, informando puntualmente la cittadinanza. L'ad di Vesta Andrea Razzini chiede scusa alla città e si dichiara pronto a incontrare i comitati. «Su 330 milioni di euro stanziati negli ultimi 20 anni - sottolinea - 219 sono coperti da finanziamenti e 47 in via di realizzazione». E per i propri cantieri, che oggettivamente creano disagi, Razzini ha sollecitato la stessa priorità che viene data al tram.
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