Brigantino, "pronti a ributtarlo in mare"
Il relitto va bagnato di continuo. "La Marina non lo vuole? Intervenga Rutelli". Malamocco: il caso del «Margareth» alla Commissione Cultura alla Camera. Doveva venir ospitato all’Arsenale, ma adesso l’ammiraglio Fumagalli ci ha ripensato. Venerdì l’incontro col ministro

LIDO.
«Quel brigantino va portato al più presto all’Arsenale, perché il legno va continuamente bagnato. Altrimenti la Soprintendenza Archeologica, per salvarlo, sarà costretto a ributtarlo in acqua. Parlerò venerdì con il ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli per risolvere la situazione, non posso credere che la Marina voglia venir meno all’impegno». Così annuncia il segretario della Commissione Cultura della Camera Andrea Colasio, già responsabile nazionale del settore della Margherita.
E’ diventato ormai un caso nazionale quello del relitto del brigantino britannico «Margareth», naufragato nel 1853 davanti alla bocca di porto di Malamocco, ritrovato nel corso dei lavori del Mose - per la realizzazione della conca di navigazione destinata alla sosta delle navi quando le dighe mobili saranno chiuse - e recuperato nell’agosto scorso dalla Soprintendenza Archeologica del Veneto, grazie al finanziamento e al sostegno del Magistrato alle Acque e del Consorzio Venezia Nuova. La sua destinazione - in accordo con la Marina - doveva essere appunto l’Arsenale, futura sede del Museo del Mare, ma ora - a quanto risulta - il comandante del presidio, l’ammiraglio Mario Fumagalli, non intenderebbe più prendere in carico il relitto, lungo 30 metri e largo 8, che stazzava circa 150 tonnellate. «Deve esserci stato un problema di comunicazione tra Marina e Soprintendenza - spiega ancora l’onorevole Colasio - perché la destinazione di questo e di altri importanti relitti storici di imbarcazioni che ancora giacciono sul fondo della laguna doveva e deve essere appunto l’Arsenale. A questo punto è importante che si parlino il ministro Rutelli e il suo collega della Difesa Arturo Parisi, per chiarire ogni equivoco: la destinazione dell’Arsenale è troppo importante per questi reperti archeologici perché tutto il progetto possa essere vanificato a causa di qualche incomprensione. Del resto, questi erano gli accordi presi con il predecessore dell’ammiraglio Fumagalli».
La questione è delicata, perché se l’accordo - come è avvenuto al «Margareth» oltre un secolo e mezzo fa - dovesse naufragare, anche la collaborazione tra Soprintendenza e Marina per il costituendo Museo del Mare potrebbe venire meno. «Per recuperare il relitto del brigantino, che ora è nel cantiere provvisorio di Malamocco - spiega ancora l’onorevole Colasio - sono stati spesi circa 15 mila euro. Ma, a questo punto, se non si troverò una soluzione rapidamente, la Soprintendenza non potrà fare altro che affondarlo nuovamente, perché il legno, altrimenti, è destinato a marcire».
Del relitto nessuno aveva sentito parlare sino a due anni fa: a celarlo alla vista aveva contribuito la diga foranea di Malamocco, costruita sui suoi resti. Proprio restando coperta sotto la sabbia, la struttura lignea è arrivata fino a noi in buono stato di conservazione. Se non ci sarà altro mezzo, il «Margareth» dovrà tornare in acqua, ma sarebbe una sconfitta per tutti, anche perché si tratta di uno dei pochi vascelli antichi recuperato dal mare. A questo punto, il problema diventa anche una questione ministeriale, per capire perché la Marina prima si sia dichiarata disponibile e interessata a ospitare all’Arsenale questi frammenti di storia marinara e ora sembri volersi tirare indietro.
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