Bossi contestato dai lumbard con fischi e tricolori

Il Senatur: «Sono dei disgraziati senza speranza» E poi attacca Monti: «No a incontri, non sono Berlusconi»
Il leader della Lega Umberto Bossi durante l'inaugurazione di Viale Padania a Marcallo con Casone, comune vicino a Milano, 1 aprile 2012. ANSA/ DANIELE MASCOLO
Il leader della Lega Umberto Bossi durante l'inaugurazione di Viale Padania a Marcallo con Casone, comune vicino a Milano, 1 aprile 2012. ANSA/ DANIELE MASCOLO

MILANO. Bandiere tricolori per contestare Umberto Bossi. Non è la prima volta che accade. Ieri una decina di contestatori, che brandivano i tricolori, hanno attaccato il leader della Lega a margine dell’inaugurazione di Viale Padania a Marcallo con Casone in provincia di Milano. I manifestanti, tenuti ad alcune centinaia di metri dal palco, hanno urlato «vergogna» al passaggio del Senatur. Alcuni di loro, oltre ai tricolori, brandivano cartelli su cui era scritto «La Padania come Disneyland, ocopoli e topolinia» o «Marcallo con Casone non è Padania, è Italia» o, ancora, «Viva Bossi e Paperino, ma anche Minnie e Topolino».

Sotto il palco era schierata un’altra decina di manifestanti con i tricolori. Ai manifestanti che lo aspettavano fuori da un bar, prima del comizio, e che urlavano «La Padania non esiste», Bossi non ha replicato direttamente. Il segretario federale del Carroccio si è limitato a bollarli come «disgraziati» e «senza speranza», parlando coi suoi, che coprivano gli slogan dei contestatori urlando «Bossi, Bossi».

E così il Sentaur è tornato ad attaccare Mario Monti, quello che «ascolta solo le banche e l’Europa centralista». Ma il Professore, a suo dire, almeno una volta ha anche cercato di avvicinare la Lega. «Mi telefona – ha sostenuto il segretario del Carroccio parlando dal palco – e mi dice: “una domenica ci vediamo davanti alla chiesa del Sacro Monte a Varese con le nostre famiglie”. Io gli ho risposto: e magari c’è anche la Rai, così si vede che anche la Lega è con te ...». Bossi ha poi confermato tutto ai giornalisti, cui ha assicurato di aver detto di no al premier perché «non sono mica Berlusconi, un avversario è un avversario».

Non si sa come e quando questa telefonata sia avvenuta. Pare però che a Bossi prema approfondire con immagini sempre più evocative la distanza con il premier, per dire che proprio nulla li può accomunare. Nemmeno le comuni origini varesine, su cui in questi giorni il Senatur ricama aneddoti e ironie, come quello sul presunto appuntamento all’antico santuario e anche chiamando Monti «il signore di Varese» o dicendo che «quella disgrazia è pure di Varese».

Anche per questo Bossi ha ribadito che la Lega vuole ricorrere alla piazza per «far sentire la rabbia» della gente «che non arriva alla fine del mese». Nei gazebo a raccogliere firme per leggi di iniziativa popolare, come quella spiegata oggi sullo spacchettamento delle banche fra chi specula e chi investe, ma anche davanti a Montecitorio.

Ieri però, come detto, la piazza non è stata troppo tenera con l’ex ministro delle Riforme, perché a Marcallo con Casone si è ritrovato (con Cota, Gibelli e il sindaco leghista Olivares) a dover inaugurare viale Padania davanti a una ventina di persone che con tricolori e striscioni gli urlavano: «Vergogna, buffoni la Padania non esiste», anzi la «Padania è come Disneyland, ocopoli e topolinia». Bossi non li ha quasi guardati, facendosi scappare un «disgraziati» a mezza voce ammiccando ai militanti che invece lo invocavano. «L’Italia la vogliono solo i pochi rimasti, non c’è speranza per i tricoloristi che perdono tempo, perché vengono forze potentissime che non vogliono l’Italia ma la Padania», ha scandito dal palco che dominava una rotonda di periferia addobbata da almeno 40 bandiere con il Sole delle Alpi. «Padania, antico nome geografico», recita la nuova toponomastica di Marcallo con Casone.

Le contestazioni tricolori a Bossi e alla Lega Nord non sono una novità. A partire dall’appuntamento veneziano della Festa dei popoli padani. Nella prima edizione il 15 settembre 1996, il leader della Lega Nord rivolto ad una signora che esponeva il tricolore ha detto: «Il tricolore lo metta al cesso, signora. Ho ordinato un camion di carta igienica tricolore personalmente, visto che è un magistrato che dice che non posso avere la carta igienica tricolore».

Durante l'edizione 2010 alcuni cittadini veneziani hanno costituito un comitato per esporre la bandiera italiana il giorno del raduno leghista. Nell’edizione 2011 oltre all’esposizione della bandiera italiana a Venezia il giorno del raduno leghista in laguna, ci sono stati scontri con i centri sociali.

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