Alessandro Borghese a Chioggia, la sfida è sulla luserna incovercià. E la Baia dei Porci conquista tutti
Nella serata del 28 dicembre, la città è stata protagonista della puntata di Quattro Ristoranti. Gli chef sono stati messi alla prova sul piatto tradizionale che proviene dalla cucina povera

Tutti gli occhi di Chioggia incollati allo schermo della tv. Nella sera del 28 dicembre la città è stata protagonista su Sky Uno della puntata di “Quattro ristoranti”, il format di cucina di Alessandro Borghese, girata a Chioggia nello scorso marzo. A trionfare tra i quattro locali in gara la Baia dei porci, un bacaro a due passi da piazza Vigo, che ha conquistato il punteggio maggiore, frutto della somma dei voti assegnati dai ristoratori concorrenti e dai voti di Borghese.
Per Chioggia una nuova vetrina di eccellenza che segue la ribalta nazionale e internazionale che si è accesa qualche anno fa con l’articolo del New York Times che ha inserito la città tra le mete imperdibili per le vacanze.
La messa in onda della puntata, su Sky Uno ma anche in streaming su Now Tv, era stata annunciata nei giorni scorsi e la città attendeva fremente di vedere non solo l’esito della gara culinaria, per molti già noto, ma anche per la curiosità di scoprire quali scorci della città erano stati catturati dalle telecamere della troupe Sky e se si conosceva qualcuna delle comparse.
Il format, prodotto da Banijay Italia, prevede una gara a colpi di ricette, servizio, location, conto tra quattro locali della città con la possibilità di punteggi supplementari per il piatto special, nel caso di Chioggia la “luserna incovercià”.
A gareggiare tra piatti di pesce fresco, ricette della nonna e innovazioni sono stati tre ristoranti del centro storico: Alberto Capo, Baia dei Porci, la Taverna, e uno di Sottomarina, l’Arena. Il vincitore viene decretato sommando i giudizi degli altri ristoratori in gara, divisi nelle categorie menù, servizio, location e conto, ai voti di Borghese e a quelli legati al miglior piatto special.
Per Chioggia, Borghese aveva voluto mettere alla prova gli chef con una ricetta storica, proveniente dalla “cucina povera”. Il pesce arrosto “incovercià” nasce dall’esigenza di ridare brio al pesce già cotto il giorno prima, riscaldando in un tegame coperto con una salsa di aceto, limone e aglio, per evitare sprechi.
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