Bimbo di 25 giorni muore nel lettone
Dormiva con la mamma. Trovato dal padre all’alba ormai cadavere. Il piccolo Alvise aveva del sangue rappreso vicino al naso e alla bocca. Ancora da chiarire i perché del decesso: malore, un rigurgito o soffocamento. Il pm dispone l’autopsia. L’ultima poppata all’una di notte

MARGHERA.
Alvise ieri mattina non si è svegliato. Non lo farà più. Alvise era nato 25 giorni fa. Le ultime ore di vita le ha trascorse nel letto accanto alla mamma Rosanna che gli ha dato l’ultima poppata poco dopo mezzanotte. A trovare il suo corpicino rigido e freddo è stato il padre Sultan che verso le 6 di ieri mattina, si è alzato per andare al lavoro. Ha visto sul visetto del sangue rappreso vicino alla bocca e al naso e una macchia sul letto. Lo ha preso in braccio e ha capito. Ha sveglito la moglie e ha gridato «Il bimbo è morto, il bimbo è morto». Poi la telefonata al 118 e la certezza del dramma. E’ successo in via Pasini al civico 91 a casa di Sultan Iseni, 28 anni, e di Rosanna Brivis, 34, La coppia ha anche altri due bambini di 5 e 7 anni.
Alvise avrebbe compiuto un mese di vita il prossimo 21 novembre. Mamma e bambino erano tornati a casa dall’ospedale da poco più di una settimana. L’appartamento è ancora pieno di fiocchi e di biglietti di benvenuto al bambino scritti dagli altri due piccoli di casa rispettivamente di 7 e 5 anni.
Il prologo.
Alvise si stava ambientando. Come la gran parte dei piccoli si stava abituando lentamente ai ritmi di vita degli adulti. E quindi per lui tra giorno e notte non c’era ancora grande differenza. Inevitabile il suo pianto a pieni polmoni, anche nel cuore della notte, quando la fame chiamava. Come capita in molte case la mamma col bambino, per non tener sveglia l’intera famiglia e in particolare il marito che all’alba si deve alzare per andare al lavoro, di notte usava un lettino sistemato in una cameretta.
La poppata.
Così ha fatto anche l’altra sera, quando verso le 23 è andata a coricarsi. Verso l’una il piccolo si sveglia e piange perché ha fame. Rosanna gli porge il seno e lui avido comincia a succhiare. Poco dopo è già sazio e tranquillo si riaddormenta. E’ l’ultima volta che la mamma lo vede in vita. Prende sonno anche lei. All’alba la tragedia. Verso le sei Sultan si alza per andare al lavoro. Gli sembra strano che il piccolo non pianga. Si reca nella stanzetta dove la moglie sta dormendo con Alvise. Si avvicina al bambino. Si accorge che qualcosa non va. Il piccolo è troppo immobile.
L’urlo.
Il panico incomincia a impadronirsi di lui. Allunga le braccia. Tocca il figlio, lo sente freddo, rigido. Il cuore di Sultan comincia a battere forte. L’uomo afferra il figlio e lo porta al petto, si accorge che il bambino ha del sangue rappreso vicino naso e bocca. Una macchia rossa segna anche il lenzuolo del letto. Sultan pronuncia alcune volte il nome del piccolo e poi grida: «Il bambino è morto, il bambino è morto». Si sveglia la moglie. Anche lei grida. Portano il bambino nella camera matrimoniale e lo adagiano sul lettone. Lui chiama il 118, mentre la moglie accarezza Alvise, cerca in qualsiasi maniera di rianimarlo.
I soccorsi.
Il medico del Suem non può far altro che constare la morte e avvertire la polizia. E’ prassi. Sul posto agenti di volanti e Squadra Mobile. Quindi il medico legale Antonello Cirnelli che oggi alle 18 svolgerà l’autopsia. Secondo Cirnelli potrebbe trattarsi di una «morte bianca» sulla quale la scienza per ora non sa dare spiegazioni. Oppure il piccolo è rimasto soffocato dal corpo della mamma durante il sonno, senza che lei se ne accorgesse. E’ questo sarebbe un dramma nel dramma per una famiglia che aveva accolto Alvise con gioia.
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