Bibione, spuntano i resti di una villa di epoca romana: archeologi in sopralluogo

Lunedì 6 marzo un’èquipe internazionale di 20 archeologici delle Università di Regensburg e Padova inizieranno i rilievi

Unprimo sopralluogo degli archeologi nell'area denominata Mutteron dei Frati a Bibione
Unprimo sopralluogo degli archeologi nell'area denominata Mutteron dei Frati a Bibione

I resti di una villa di epoca romana sono stati portati alla luce in una pineta di Bibione. L'esistenza della struttura, denominata “Villa di Mutteron dei Frati”, era nota fin dalla metà del Settecento, e rappresenta un unicum, spiegano gli studiosi, sia per lo stato di conservazione, con strutture preservatesi in elevato anche fino a 2 metri di altezza, sia per le possibilità che offre alla ricerca.

Lunedì 6 marzo una èquipe internazionale di 20 archeologi afferenti alle Università di Regensburg e Padova inizierà lo scavo stratigrafico. Nelle prossime settimane gli archeologi inizieranno le indagini, che dureranno fino alla fine del mese; nelle intenzioni del team è organizzare anche un'apertura straordinaria al pubblico, in data da definire.

La rilevanza del sito è stata segnalata a più riprese, prima dall'avvocato concordiese Dario Bertolini (inizi '800) e poi da Aulo Gellio Cassi (anni '30 del Novecento), un latisanese a cui si deve il primo scavo nell'area del Mutteron dei Frati.

Negli anni Novanta la Soprintendenza Archeologica del Veneto aveva intrapreso una nuova campagna di scavi che ha messo in luce e reso parzialmente visibili alcuni ambienti decorati della villa.

Nella pineta della Valgrande, ai piedi dell'antica duna litoranea che interessa l'area, verrà eseguita ora una campagna di prospezioni geofisiche su una superficie di circa 200 metri quadrati, accanto ai resti della villa romana ancora in parte visibili che sono rappresentate da strutture murarie con affreschi parietali e pavimenti in mosaico. 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia