Bergamo: «Ore decisive per un accordo con noi»

«Udc senza pregiudizi, sentiremo le proposte. Tempi stretti per un apparentamento»
VENEZIA. Rieccolo. Quasi vent’anni dopo la sua breve parentesi da sindaco della città (1990-1992) il sempreverde avvocato veneziano Ugo Bergamo torna al centro della scena politica. Il suo orientamento e i 25 mila voti voti che si è portato in dote al primo turno (5,6 per cento) potrebbero essere determinanti al ballottaggio per decidere la sfida Zoggia-Zaccariotto. Sfumata l’elezione all’Europarlamento l’esponente dell’Udc - da sempre democristiano cresciuto alla scuola dorotea di Costante Degan - è oggi l’ago della bilancia della politica veneziana. Lo era stato in parte anche nel 2005, quando aveva appoggiato l’elezione di Massimo Cacciari.


Allora fu una «missione impossibile», la rimonta del filosofo che era sotto di 14 punti e mezzo ((23 mila voti su un totale di 98 mila) rispetto a Felice Casson, candidato della sinistra. La destra si era divisa ed era rimasta fuori dal ballottaggio. Cacciari non aveva fatto apparentamenti ma recuperato anche molti voti di destra, ribaltando il risultato e vincendo al fotofinish con 1300 voti di scarto.


Adesso il mondo è cambiato. Il centrosinistra è compatto, ma i suoi voti protrebbero non bastare. E sia Zoggia che la Zaccariotto, corteggiano i voti del centro. Una sorta di lotteria milionaria che ognuno dei due vuole vincere. Quel 5,6 per cento di voti potrebbe infatti essere davvero determinante. Con chi sceglierà di stare l’Udc, che alle Provinciali ha corso insieme alla Liga veneta e ai liberali? Se da un lato la guida leghista della Provincia parrebbe escludere una collaborazione di governo con l’Udc (e anche con gli ex alleati della Liga), dall’altra anche la presenza nella giunta Zoggia della sinistra di Rifondazione potrebbe scoraggiare i centristi. Anche se in queste ore circolano molte ipotesi. Come l’attribuzione all’Udc addirittura della vicepresidenza della giunta in caso di apparentamento e vittoria del centrosinistra.


Ieri pomeriggio Bergamo era a Roma per partecipare al plenum del Csm al palazzo dei Marescialli. «Scusa, sto entrando dal Capo dello Stato», dice al telefono. Finita la campagna elettorale è rientrato nel suo incarico di membro laico del Consiglio superiore della Magistratura.


Ha già avuto contatti con i due sfidanti?

«In parte sì, ci parleremo nelle prossime ore».


C’è la possibilità di un accordo?

«Come abbiamo detto, noi rifiutiamo ogni contrattazione, non ci interessano posti e accordi. Vogliamo invece essere considerati per il nostro peso politico».


Più probabile l’accordo con la Lega e il centrodestra o quello con Zoggia?

«Presto per dirlo. Vedremo se le nostre proposte saranno accolte. Se ci sarà un accordo di apparentamento bisognerà deciderlo nelle prossime ore».


Avete avuto qualche veto da Roma? Casini dice che a livello locale le alleanze sono libere, ma in questo caso sareste alleati anche della sinistra.

«Da Roma non abbiamo avuto né veti né indicazioni di alcun tipo».


Neanche dalla Regione, dove siete in giunta con Pdl?

«Tantomeno dalla Regione. Decideremo in piena autonomia. Valutando le proposte politiche. Abbiamo combattuto in questi mesi contro le proposte della Lega. Ma anche con il centrosinistra ci sono dei problemi».


Dunque diventano decisivi gli incontri delle prossime ore.

«Sentiamo le loro proposte, poi decideremo».


La vostra base vi seguirà?

«Certo, perché in ogni caso la scelta sarà ben motivata».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia