Bauer in testa, Cera e Metropole salgono

Gli Alboretti irrompono al 4º posto. Calano Fiore, Harry’s Bar e Tre Garofani
VENEZIA. Per la Guida de «I Ristoranti d’Italia 2008» de L’espresso nel nostro paese «non si è mai mangiato bene come oggi» e naturalmente questo accade anche nel Veneto e in laguna. Nei punteggi veneziani alcune sorprese e tante conferme: salgono «Cera» di Campagnalupia e il ristorante dell’hotel Metropole a Venezia, scendono invece in centro storico l’Osteria da Fiore e l’Harry’s bar e a Mestre i Tre Garofani.


E anche in laguna non si è mai mangiato bene come in questo periodo non tanto e solo grazie ai nomi dei più noti e celebrati chef come Giovanni Ciresa dell’hotel Bauer o Corrado Fasolato del Metropole, quanto a quel consistente numero di locali che costituisce la struttura portante della ristorazione di qualità. Una fascia di locali abbordabili anche da persone poco disposte a spendere da 100 euro in su (nei locali considerati ottimi non si spende meno): ristoranti dove la cucina utilizza materie prime di qualità, dove viene tenuta in conto anche la salute del cliente e dove l’ambiente è confortevole e il servizio cortese e attento.


Ecco allora ad Annone Il Credenziere dove «d’inverno al calore del caminetto e d’estate nel fresco giardino si possono assaporare una stuzzicante insalatina di dentice con cipolla di Tropea in agrodolce e salsa alla senape o il delicato risotto di cappesante e zafferano». Tutto per 40 euro. Oppure alla Ragnatela di Mirano dove «la cucina si dedica sia a rileggere con carattere la tradizione, sia alla ricerca, si può iniziare con la delicata passata di ceci con calamari grigliati o spostarsi sulla ventresca di tonno all’aceto balsamico con caponata di verdure». Conto a 35 euro. Per 45 a Chioggia El Gato con «un passato illustre, un lento declino e, ora, un presente felice» dove ci sono «delicatissimi gamberi, seppioline e sardoni con polenta».


Anche in centro storico, aggiungendo dai 10 ai 20 euro, esistono locali in cui qualità e prezzo vanno a braccetto: Al Covo con i suoi gnocchetti di patate ai calamaretti, Al Fontego dei Pescatori con i tagliolini con scampi marinati, alla Corte Sconta con la granseola al naturale, alla Fiaschetteria Toscana con i suoi dolci, all’Osteria alle testiere con i tagliolini cappesante e melanzane, al Ridotto con «il menù sei piatti per 60 euro» e a Vini da Gigio con le crochette di bacalà mantecato.


In vetta, le posizioni sono cambiate rispetto agli anni precedenti: rimane al top l’hotel Bauer, ma lentamente si avvicinano il Metropole e Cera di Campagnalupia. Nel primo, in centro storico, il vicentino Corrado Fasolato «continua infaticabile ad esplorare il crinale espressivo dei cromatismi culinari e degli abbinamenti provocatori, pur mirando all’armonia e all’equilibrio. A volte certi accostamenti sono sopra le righe (come nella millefoglie di cappesante o gli spinacetti con polenta caramellata) più spesso è un’esperienza appagante come nell’eccelente risotto all’amatriciana di scampi avvolti nel guanciale e pesto». Nella nuova guida è entrato prepotentemente Agli Alboretti con il suo menu «cucina delle sensazioni» per 70 euro, mentre scendono l’Harry’s e da Fiore. Pur «rimanendo sempre l’Harry’s bar» si sottolinea che il locale «ha assistito impassibile a ogni scossone gastronomico, chiuso nel suo splendido isolamento» e si afferma che «gli scampi fritti sono congelati». Prezzo 120 euro, che per gli «amici» diventano 80. «Insomma, non è questo, non è più questo il nostro Fiore. Rimandato agli esami di riparazione» si conclude il breve commento sul locale un tempo al vertice in laguna. «Qualcosa sta cambiando, il troppo successo (da sottolineare che nel passato è stato segnalato anche dalla critica gastronomica statunitense ed inglese) può preludere alla stanchezza o alla routine» si afferma nella guida, ricordando che il prezzo rimane a 120 euro. Infine, vengono segnalati locali come l’Aciugheta, il Bancogiro a la Caffetteria Barbarigo.
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