Venezia, la Basilica di San Marco torna a splendere dopo un restauro di 7 anni
Presentati gli interventi contenuti nel dossier 2025 della Procuratoria: completati anche il Nartece Nord e il pavimento dell’altare della Cappella del Santissimo rovinato dall’acqua alta. Il primo procuratore Barel: «Un lavoro certosino, tutto è tornato alla qualità originaria»

Torna a splendere la facciata principale della Basilica di San Marco a Venezia. Finalmente libera dalle impalcature, dopo oltre 7 anni di lavori, è ulteriormente valorizzata dalla nuova illuminazione della scena della Natività sopra la Porta dei Fiori, in Piazzetta dei Leoncini. È tra i principali restauri del dossier di interventi 2025 della Procuratoria di San Marco illustrati martedì 16 dicembre dal primo procuratore Bruno Barel, all'Auditorium di Sant'Apollonia, in occasione del Bilancio di Previsione 2026.
Completati anche gli interventi nel Nartece Nord e del pavimento e base dell'altare della Cappella del Santissimo rovinato dall'acqua alta.
«È stato fatto un lavoro certosino. Tutto è tornato alla qualità originaria. Abbiamo restaurato il Nartece con il contributo del Ministero della Cultura e abbiamo completato i lavori quasi in anticipo e soprattutto risparmiando 800 mila euro che verranno restituiti. Il ministro Giuli è venuto a visitarlo pochi giorni fa», ha spiegato Barel.

Nuovo intervento anche sulla scultura bronzea di Francesco Segala del Fonte Battesimale, nel Battistero. «Quando entrate in Basilica sulla destra, alzate gli occhi e vi trovate il Trittico della Deesis, un'opera straordinaria che abbiamo ripulito al millimetro e illuminato in modo tale che sia apprezzabile giorno e notte», ha spiegato Barel, «Abbiamo completato anche il restauro della Cappella Zen, con il sepolcro del Cardinale Zen, e ora stiamo lavorando al cancello d'ingresso. Abbiamo cominciato i lavori sul soffitto della sagrestia, pieno di mosaici. Stiamo rifacendo l'impianto di illuminazione con nuove tecnologie, ma mantenendo la stessa magia delle luci originarie».
Presentato in anteprima anche il restauro delle pale delle grandi portelle "dell'organum magnum" di Francesco Tacconi, che non erano visibili da 250 anni, collocate a Sant'Apollonia.
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