Baratta, ritorno a Venezia
E' il nuovo presidente della Biennale. Marco Müller e Maurizio Scaparro riconfermati d’autorità dal ministro. Decisione a sorpresa, ma saggia, di Rutelli che ha scelto l’unico candidato in grado di mettere tutti d’accordo. E promette investimenti statali

Paolo Baratta
Ealla fine Rutelli - messo all’angolo - “virò” su Baratta. Si conclude a sorpresa, ma con una decisione saggia, la telenovela della nuova presidenza della Biennale. Dopo aver cercato di difendere la candidatura di Davide Rampello - presidente della Triennale di Milano - il ministro dei Beni Culturali ha dovuto prendere atto che quel nome non avrebbe superato il voto della Commissione Cultura della Camera. E al ministro non è restato altro che accettare quello che era stato il primo nome proposto dal sindaco di Venezia Massimo Cacciari (vero vincitore della partita-Biennale, dopo aver già ottenuto la giubilazione di Davide Croff): appunto, Paolo Baratta, che torna alla presidenza della Biennale e che era, ormai, l’unico in grado di mettere d’accordo tutti. Baratta si era sempre sfilato dal totonomine, aspettando, forse, che essa - come è accaduto - gli venisse offerta in dono. Per Rutelli, la persona più adatta a rilanciare la fondazione, «sia per l’eccellente prova che ha assicurato alla Biennale nel periodo 1998-2002, sia per le professionalità culturali e gestionali che ha sviluppato nel corso della sua prestigiosa carriera sia nel settore pubblico che in quello privato». Ricordando il ruolo centrale della Biennale, «principale istituzione culturale dell’Italia moderna» e assicurando che «lo Stato investe ed investirà perché essa accresca il suo ruolo per la cultura italiana e rafforzi la sua autorevolezza internazionale», il ministro detta anche la sua ricetta. «La Biennale - scrive - deve far vivere le proprie attività anche “destagionalizzando“ avvenimenti ed iniziative che si svolgano al di fuori dei periodi di maggiore affollamento turistico della città. Deve vivere essa stessa durante tutto il corso dell’anno. Deve attivare iniziative permanenti, laboratori, collaborazioni stabili con realtà produttive e formative, centri universitari, non solo veneziani. Le strutture permanenti della Biennale sono chiamate a consolidarsi e a crescere. L’Asac deve risorgere. Va ricostruita una piena e leale collaborazione con le istituzioni del territorio: Comune di Venezia, Regione, Provincia concorrono alla politica complessiva della Biennale. E’ ragionevole che le istituzioni del territorio, a fronte del grande impegno dello Stato e alla luce di tale loro contributo giustamente rivendicato, possano accrescere anche le risorse e i servizi investiti nella Biennale». Ma se Rutelli ha accettato il ritorno di Baratta, riserva a Cacciari e soci, l’«esproprio» senza precedenti di parte delle loro funzioni. «L’eccellente bilancio della Mostra d’Arte Cinematografica e della Biennale Teatro - scrive - hanno già consigliato la conferma dei Direttori. Toccherà al Presidente designato proporre al Consiglio i responsabili per gli altri settori, oltre che i candidati a Direttore Generale, come prevede lo Statuto». Marco Müller e Maurizio Scaparro sono confermati d’utorità dal ministro e il Consiglio - che pure li avrebbe riconfermati di suo - con Baratta, s’accontenti delle altre nomine.
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