Bagnini e animatrici boom degli stagionali nell’industria turistica

«Gli altri settori frenano, qui l’ancora di salvezza»
JESOLO.
D’estate a riempire di numeri le pagine dei giornali sono soprattutto le cifre sulle presenze dei turisti. Ma c’è un altro dato che gioca un ruolo chiave nella riuscita dell’attività turistica. Quello dei lavoratori stagionali. Un esercito di difficile quantificazione: le stime parlano di quasi 30 mila stagionali nella sola Costa veneziana, da Cavallino a Bibione. Bagnini e addetti agli ombrelloni, baristi nei locali notturni e camerieri in chioschi e ristoranti. Ma anche animatrici in spiaggia e commesse in supermercati e negozi.


La sola Jesolo occupa circa 12 mila lavoratori stagionali: almeno 8 mila nei 380 alberghi, gli altri nel migliaio di attività commerciali esistenti. Quest’anno, complice la crisi e il dilagare della cassa integrazione nelle aziende dell’ entroterra, le organizzazioni di categoria e le agenzie collocamento sono state subissate di domande di lavoro stagionale. «I siti e le agenzie di selezione hanno ricevuto tantissimi contatti - conferma Angelo Faloppa, presidente della Confcommercio mandamentale di Jesolo - La richiesta è molto forte. Anche perché, quando gli altri settori non tirano, il turismo è un’ancora di salvezza, perché è il solo a saper dare risposte a tanta gente che cerca lavoro. Anni fa i ragazzini venivano nei centri per l’ impiego alla ricerca di un lavoro per pagarsi gli studi o il motorino. Ma non erano granché motivati nel voler lavorare. Adesso, invece, cercano impiego, perché sanno che c’è necessità. Sono consapevoli che un paio di mesi di lavoro possono essere anche un aiuto in famiglia».


Quanto alla disponibilità di posti di lavoro, non ci sono stati i temuti tagli, ma le assunzioni sono scattate più tardi. «Rispetto agli anni scorsi - spiega Paolo Baccaglini, della Filcams-Cgil - di fronte all’incognita delle crisi, c’è stata una riduzione del periodo medio di lavoro stagionale: oggi la tendenza è di limitarsi al periodo fine maggio o giugno- agosto. Poi magari ci sarà una proroga a settembre, ma dipenderà da prenotazioni e condizioni meteo. E ci sono stati molti più contratti a chiamata».


Ma qual è l’identikit del lavoratore stagionale? Innanzitutto, giovani studenti. Come Manuel Finotto, 22 anni, che fa il bagnino sulla spiaggia di piazza Mazzini, a Jesolo, e ha avuto già il suo bel daffare per trarre in salvo alcuni turisti. «E’ il secondo anno che sono impiegato come assistente al salvataggio bagnanti - racconta - In precedenza mi sono occupato per quattro anni degli ombrelloni. Lavoro da maggio a settembre. Mentre durante il periodo invernale studio all’Università, a Cà Foscari».


Studenti, ma non solo. Kitti Badalin ha 30 anni, d’inverno fa la mamma a tempo pieno, d’estate lavora part-time in una pizzeria. «Sono di Jesolo, per cui praticamente faccio la stagione da quando sono nata - spiega - Sono mamma di due bambine, Denise e Nicole di 1 e 4 anni. Lavoro solo nel periodo estivo, cerco di occupare il tempo libero che mi rimane dall’accudire la famiglia per lavorare un pò. E’ un impiego part-time, quattro ore per il pranzo, che mi permette di coniugare il lavoro con l’impegno a casa».


Tra gli stagionali, la quota di stranieri oscilla tra il 20 e il 30%. Ioana Termure è una splendida 23enne rumena di Cluj, città di 300 mila abitanti. Lavora come commessa in un negozio di bibite, frutta e verdura. «Vivo in Romania, dove mi sono laureata in Economia e adesso sto terminando un master in Management - racconta Ioana - I miei genitori invece abitano a Jesolo ormai da 11 anni. Vengo a trovarli nei tre mesi estivi. E ne approfitto, oltre che per andare al mare, per lavorare e guadagnare un pò di soldi per me. Il mio futuro? Jesolo mi piace, è un bel posto, ma solo per l’estate. Il mio futuro lo immagino in Romania».

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