Bagarini e malori La carica dei 25 mila all'Heineken Jammin' Festival più caldo

In 25mila hanno partecipato alla prima giornata dell’Heineken Jammin’ Festival e hanno sfidato i 40 gradi percepiti per ascoltare dal vivo i mostri del rock, tra cui Aerosmith, Cranberries e Stereophonics
MESTRE.
C’è voluto coraggio ieri a sfidare i 40 gradi del parco di San Giuliano per il via all’Heineken Jammin’ Festival. L’hanno fatto in oltre 25 mila, sudati e assetati. Specie quanti sono arrivati a San Giuliano a piedi (esauriti i 5 mila posti nei parcheggi tra Forte Marghera e il Taliercio; alle 18 è stato aperto quello da duemila posti di via Passo a Campalto). Altri si sono stipati nelle navette da piazzale Roma, stazione e forte Bazzera. Maledicendo l’afa da allarme calore, hanno atteso il concerto degli Aerosmith.


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All’apertura, prime code.
Cancelli aperti dalle 10 e subito code per acquistare i biglietti. Alle 14 erano entrate 22.760 persone. In serata, son diventate 26 mila. «La città ha retto all’impatto del popolo rock», dice il comandante della Polizia Municipale Luciano Marini. Sette le auto rimosse nelle aree chiuse tra viale San Marco, via San Giuliano e il rione Pertini. Rallentamenti tra viale Ancona, via Sansovino e viale Vespucci, Marini, «comprensibili vista la portata dell’evento - dice Marini - non ci sono stati ingorghi». Tre i venditori abusivi, multati. Hanno fatto affari gli alimentari di viale San Marco. Perché causa crisi, tanti hanno messo negli zaino acqua e panini, prima di entrare.


Bagarini multati.
Multe a cinque venditori abusivi. Sei i bagarini che dovranno pagare 350 euro di multa. Erano sul ponte strallato e sono fioccate le segnalazioni. Ieri a vigilare su San Giuliano c’erano 210 vigili (previsti anche oggi) e 70 infermieri della Croce Rossa di Mestre, con 4 punti di sooccorso e due sale rianimazione.


Malori da caldo.
Alle 21 si contavano alla Croce Rossa 60 persone assistite per malori dovuti al caldo. Quattro i giovani portati per controlli all’ospedale dell’Angelo, quasi tutti in seguito a cadute. Stanno tutti bene.


Le lamentele.
Immancabili. Da quelle dei ragazzi mestrini che dopo ore passate sotto palco, senza bracciali di accesso (non consegnati in biglietteria dicono), hanno scoperto di non potersi allontanare senza perdere il posto, neanche per andar al bagno. Il critico musicale Mario Luzzatto Fegiz, inviato del Corriere della Sera ha parlato della scarsità «di navette dalla stazione di Mestre e dell’assenza di taxi». Il vicesindaco Sandro Simionato replica: «Abbiamo potenziato tutti i servizi bus e navetta. Per i taxi, è la città che è sottodimensionata».


Tre tir di acqua.
Le vere maledizioni le ha prese il gran caldo. Tre tir carichi di acqua sono stati distribuiti dall’organizzazione ai ragazzi stipati sotto palco. E sono arrivati anche gli idranti per bagni refrigeranti. «Per fortuna siamo in un parco - ha detto Roberto De Luca di Live Nation, organizzatore del festival - e il contatto con l’erba allieva l’effetto del codice 3 e riduce la sensazione di caldo percepito. Se fossimo stati sull’asfalto, la temperatura sarebbe schizzata a 55 gradi».


Caccia all’ombra.
Nel parco comunque ieri c’era l’evidente sensazione della mancanza di sovraffollamento, se non sotto il palco. «Non pensavo ci fosse un prato così enorme, siete fortunati», ci dice un ragazzo. E da De Luca e dal Comune, presente con Simionato e Bettin sono state respinte al mittente le polemiche innescate dal parlamentare Idv Scilipoti. «Ha preso un abbaglio, il parco è assolutamente rispettato», ha detto Bettin.


Gli ingressi.
2.645 gli abbonati. Tra loro anche giovani dalla Germania, dalla Slovenia, dall’Austria. Le stime: oggi sono stati venduti 18.800 biglietti con la previsione di arrivare a 22 mila; lunedì: 10 mila venduti e 14 mila previsti. La ressa ci sarà martedì per i Pearl Jam: 33 mila biglietti venduti, attesi 36 mila. La metà di quel che fece Vasco Rossi nel 2008. Si arriva così a più di 100 mila persone in 4 giorni, «meno del previsto», ammette lo stesso De Luca.

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