Alex Marangon, la querela dei genitori finisce nell’indagine

I familiari del ragazzo morto all’abbazia di Vidor avevano denunciato gli organizzatori dell’evento sciamanico. Atteso il referto sull’autopsia

Marco Filippi
Alex Marangon
Alex Marangon

La querela dei genitori di Alex Marangon contro gli organizzatori dell’evento sciamanico, tenutosi all’abbazia di Vidor il 28 e il 29 giugno del 2024, è entrata a far parte del fascicolo d’indagine della procura.

La corposa denuncia di otto pagine dattiloscritte è arrivata nei giorni scorsi sul tavolo del pubblico ministero Giovanni Valmassoi, titolare del caso, che ha deciso di allegarla agli atti d’indagine.

Nella querela, i genitori puntano il dito contro gli organizzatori sostenendo che la somministrazione di ayahuasca (sostanza cui Marangon era risultato positivo, ndr), all’abbazia di Vidor, faceva parte del rito sciamanico e la sua preparazione richiedeva “un tempo e un metodo perfettamente collaudati e pianificati dagli organizzatori”.

In base a questi presupposti e al fatto che l’ayahuasca è classificata in Italia come una droga, i genitori e la sorella di Alex Marangon hanno querelato per il reato di cessione di sostanze stupefacenti gli organizzatori dell’evento, tenutosi nell’estate del 2024, quando il barista 25enne di Marcon, scomparve in circostanze misteriose e fu trovato senza vita soltanto nel pomeriggio del 2 luglio in un isolotto del Piave, quattro chilometri più a sud.

La denuncia non comporta l’iscrizione delle persone querelate nel registro degli indagati ma sarà comunque oggetto di attenta valutazione da parte della procura.

Le persone contro le quali i Marangon hanno presentato querela sono l’organizzatore del rito sciamanico Andrea Zuin del ZuMusic Project, la compagna Tatiana Marchetto, i due curanderos colombiani Jhonni Benavides e Sebastian Castillo, e Alexandra Diana da Sacco, moglie del conte Giulio Da Sacco, proprietario dell’abbazia.

Sempre nei loro confronti, i genitori e la sorella di Alex chiedono di procedere, se la procura dovesse ravvisarne gli estremi proprio per il legame con l’assunzione delle sostanze proibite, anche per i reati di morte come conseguenza di altro reato, oppure per omicidio colposo.

I famigliari restano, comunque, convinti che Alex sia stato ucciso e per questo, al termine dell’articolata querela, preannunciata dai legali della famiglia a fine luglio scorso, chiedono alla procura di procedere contro ignoti per omicidio volontario.

Nel frattempo le indagini proseguono. Ora, si attende anche la relazione del medico legale, consulente della famiglia Marangon, il dottor Antonello Cirnelli, che stilerà le sue conclusioni sull’autopsia, che saranno poi portate all’attenzione della procura dall’avvocato Stefano Tigani. 

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