Affitti fantasma per studenti, emergenza legata al caro casa. Ragazzi Erasmus nel mirino
Tra i raggiri più insidiosi: finti contratti che precludono ai candidati di chiedere borse di studio. Vivere altrove e non parlare bene l’italiano espone all’inganno gli stranieri costretti a sbrigare tutte le pratiche da remoto

No Erasmus. Solo cittadinanza italiana. Solo ragazze. No matricole. Ne ha di storie da raccontare l’attuale presidente del Consiglio delle studentesse e degli studenti dell’Università di Padova, Paola Maria Bonomo, se riavvolge due anni di vita dello Sportello Affitti dove presta servizio in via Simone Stratico 4a. Attivo già quando a rappresentare la comunità studentesca del Bo c’era Emma Ruzzon, il servizio supportato dall’amministrazione comunale è la lente più vicina alle peripezie che si trova a vivere chi desidera trasferirsi a Padova per motivi di studio.
«Intanto prendiamo atto di come le truffe immobiliari online siano esplose da che gli affitti sono saliti vertiginosamente, e trovare una camera in una casa condivisa, o in un appartamento, è difficile quanto costoso», chiarisce. Come le autorità - ancora troppo di rado chiamate in soccorso dalle vittime - Bonomo evince una percentuale più elevata di inserzioni fasulle sui social, «dove chi ha cattive intenzioni è tendenzialmente meno tracciabile che su siti di immobiliare in cui proprietario e potenziale affittuario accedono con un profilo».
I raggiri più comuni
In testa ai raggiri c’è il denaro chiesto preventivamente. «Pagamenti pretesi per “bloccare” la casa, senza prima poterla vedere, e senza aver incontrato di persona quello che si presenta come locatore», dice. «Tutto questo solo per lasciare indietro altri possibili acquirenti».
Lo sportello ha uno storico di circa 500-600 consulenze date, nel caso di studenti principalmente sui tipi di contratto di locazione da adottare.
«A chi riceviamo, o ci contatta telefonicamente, diamo anche la possibilità di avere colloquio gratuito in materia con uno degli avvocati dell’Ordine del Veneto», aggiunge Bonomo.
Il periodo critico
Come periodi più insidiosi per chi si imbatte nella ricerca di una soluzione abitativa, individua le settimane a cavallo tra agosto e settembre, e il mese di gennaio. «Ossia sotto le lauree o l’inaugurazione dell’anno accademico, cioè quando il turn-over tra chi lascia e cerca casa è in assoluto più elevato. Sapendolo, chi architetta il raggiro tende a infilarsi in quella finestra temporale dove la domanda è alta».
Oltre alle case “fantasma”, Bonomo cita i finti contratti, equivalenti a carta straccia. «In questo caso, lo studente o studentessa che abbia avuto sentore di imbroglio arriva con un foglio che gli è stato chiesto di firmare. Non essendo effettivamente un contratto, non è soggetto a registrazione alla Agenzia delle Entrate. La cosa più spiacevole è che ciò preclude all’inquilino di poter chiedere all’ateneo la borsa di studio da fuori sede perché è come se non avessero un domicilio a Padova».
Lo Sportello dirotta quindi sulla contrattualistica cucita su misura di studente, quella che tutela la permanenza transitoria in città, prevede limitazioni in materia di prezzo, calcola il canone a seconda della metratura della porzione affittata, della zona in cui si trova, dei servizi che offre.
«Le persone arrivano da noi con il contratto in mano o un problema da risolvere».
Le fattispecie sono infinite ma sia di esempio il caso recente di una ragazza bielorussa seguita dal servizio universitario-comunale. Si è imbattuta in una casa effettivamente esistente, venduta come indipendente.
«Peccato che si trovasse all’interno di un complesso di uffici con una sola finestra», riporta Bonomo. «Succede poi che stanze descritte con una certa metratura si rivelino grandi la metà o che servizi citati nell’annuncio di fatto non esistano. Che i proprietari non vogliano restituire la caparra ma, anzi, far pagare qualcosa in più per danni imputati ai mesi di permanenza degli inquilini, seppur non comprovati».
Studenti Erasmus
Gli studenti Erasmus, poi, sono i più esposti a cadere nella rete. «Gli stranieri in assoluto», evidenzia Bonomo, «per loro è un terno al lotto. Cercano casa principalmente in rete, non possono fisicamente verificarne l’esistenza né hanno qualcuno a cui delegare la pratica. La barriera linguistica è un handicap importante, non conoscono la legislazione italiana in materia di affitti né i loro diritti. Si affidano ai tour virtuali dell’alloggio che gli affittuari hanno pronti come video per far sembrare tutto vero».
Ma oltre al danno c’è la beffa. Perché, apparentemente, i proprietari padovani non stravedono per gli stranieri. Ed ecco che allo spettro delle truffe si aggiunge quello delle discriminazioni e dei pregiudizi. «Spesso gli annunci riportano la dicitura “no Erasmus”, “solo cittadinanza italiana”. Anche “solo ragazze”, “no matricole”», va a memoria la rappresentante della comunità studentesca del Bo. «Le matricole no perché c’è la possibilità che dopo pochi mesi cambino idea sul percorso di studi, e quindi città, rimettendo il proprietario nel circuito della ricerca di un nuovo inquilino», sottolinea Bonomo.
Nessuno stupore, infine, per i pochi casi, tra quelli tracciati, che si trasformano in denunce. «Generalmente è davvero scarsa la fiducia di poter riavere i soldi». —
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