Addio al re della grappa Giuseppe Bonollo

PADOVA. Giuseppe Bonollo ha incarnato per più di mezzo secolo l’arte di distillare la grappa, un’attività di famiglia nata con il nonno nel 1908 e portata avanti con dedizione da tutta la famiglia, dal papà Umberto ai fratelli. È scomparso ieri all’età di 78 anni. I funerali saranno domani alle 10.30 nella chiesa arcipretale di Mestrino. Per l’industria veneta, in particolare per quella legata al territorio e alle radici, è un lutto che lascia il segno.
«Una persona generosa, capace e giusta», come lo ricorda Bruno Bonollo, amministratore delegato dell’azienda, «guida e riferimento per l’azienda e per la famiglia. Siamo stati i testimoni della sua generosità, del suo coraggio e della sua passione e determinazione nel lavoro».
Giuseppe era diventato presidente delle Distillerie Bonollo Umberto spa negli anni Sessanta, dopo che il padre aveva deciso di separarsi dai fratelli e costruito una piccola distilleria a Mestrino. La sua guida affonda le radici nei valori della dedizione, della passione, dell’entusiasmo con una buona dose d’innovazione fatta di continua sperimentazione e ampliamento.
Il potenziale sensoriale della grappa è stato il filo conduttore di tutta la sua vita. Cogliendo la prima spinta espansiva del mercato a metà degli anni Sessanta, quando spostò la distilleria a Conselve, vicina ai vigneti, lasciando a Mestrino la sede amministrativa e commerciale.
Poi, nel 1972, con i fratelli, dà vita alla grappa Friularo, una creazione pura ottenuta dall’omonima vinaccia Docg che ne farà un precursore delle grappe da un unico vitigno e che gli assicurerà un successo intramontato. Al quale ne seguono molti altri, come, nel 1999, la prima bottiglia della grappa Of Amarone, invecchiata in barrique di rovere che rappresenta ancora oggi la più alta evoluzione delle grappe e che seduce grandi intenditori e neofiti.
Giuseppe ha percorso una vita segnata dal destino secolare dell’arte di fare grappa. Fin dall’Ottocento la famiglia Bonollo è legata a doppio filo con il distillato che porterà nonno Giuseppe a diventare il capostipite dei distillatori con gli allora innovativi alambicchi a vapore. Insomma una storia aziendale e imprenditoriale che viene da lontano. Arrivando ai giorni nostri, leader nel settore dopo quattro generazioni ma sempre a gestione famigliare, con 60 dipendenti, 150 collaboratori addetti alle vendite ed un fatturato di circa 30 milioni di euro.
A fronte di questi risultati lungo un periodo di vari decenni contrassegnati da crescita e riconoscimenti, il rapporto Eusispes 2008 ha inserito la Bonollo tra le cento aziende italiane che, per capacità d’innovazione, hanno saputo distinguersi ed emergere sul mercato.
Nel 2011 l’azienda è diventata case history , oggetto di studio tra le esperienze imprenditoriali di successo esaminati nell’ambito del Cegos Strategy Tour di Milano ed ha ricevuto il premio dell'Associazione Amici della Zip nella categoria “Innovazione”
Elvira Scigliano
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