Abusi sessuali sulla sorella 12enne: arrestato, in cella lo pestano

La ragazzina ha chiesto aiuto a Telefono Azzurro: la rapida indagine dei carabinieri ha portato dietro le sbarre un 29enne. I detenuti hanno i picchiato a sangue il ragazzo

Marco Filippi
Pattuglie dei carabinieri
Pattuglie dei carabinieri

Non capiva il motivo di quelle attenzioni morbose che il fratello più grande le riservava. Aspettava di essere da solo con lei in casa per allungare le mani nelle sue parti intime, anche in modo pesante.

Sos a Telefono Azzurro

Per vergogna, non aveva mai avuto il coraggio di dirlo ai genitori ma aveva iniziato a chiamare il Telefono Azzurro per trovare conforto. Parlare con uno sconosciuto, l’ha indotta ad aprirsi fino a raccontare gli abusi.

Lei non diceva che a compierli era suo fratello, ma ne faceva solo il nome, come se fosse un estraneo. Grazie a quelle chiamate, i responsabili di Telefono Azzurro sono riusciti ad individuare la ragazzina, una dodicenne che vive in un centro dell’hinterland di Treviso e ad interessare i carabinieri che hanno subito avviato le indagini, piazzando, nella casa della ragazza, delle microtelecamere.

Raccolte le prove degli abusi, i carabinieri, sabato scorso, sono andati a bussare alla porta di casa della ragazzina ed hanno arrestato per violenza sessuale su minorenne il fratello, un 29enne.

Il giovane, una volta varcato il carcere di Santa Bona, è stato anche pestato a sangue dai detenuti per rispetto del loro “codice” interno che impone ritorsioni fisiche su chi tocca i minorenni.

Gli abusi in casa

I fatti hanno inizio circa un mese fa quando la ragazzina decide di rivolgersi a Telefono Azzurro per confidare un segreto che la inquieta e che mantiene da un po’ di settimane.

A risponderle un operatore con il quale non si apre subito. Fa capire che c’è qualcosa che la turba, indica il nome del responsabile, senza mai dire che è suo fratello maggiore, ma poi interrompe la telefonata. Ma qualche giorno dopo chiama di nuovo Telefono Azzurro.

Ci vogliono tre o quattro telefonate prima di far capire che lei è vittima di abusi sessuali.

A quel punto, i responsabili di Telefono Azzurro segnalano il caso alla procura della Repubblica di Roma, per competenza territoriale, in quanto nella Capitale ha la sua sede l’organizzazione italiana senza scopo di lucro che si dedica alla protezione e alla promozione dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Da lì poi, la segnalazione viene girata al comando provinciale dell’Arma di Treviso che inizia subito ad indagare sul fatto.

Incastrato dalle microspie

I carabinieri del comando provinciale piazzano nella casa della vittima alcune microspie che, pochi giorni dopo, forniscono già le prove degli abusi. Sabato scorso, il blitz dei carabinieri nell’abitazione del 29enne e della vittima.

Al giovane è stato notificato un ordine di custodia cautelare in carcere per il reato di violenza sessuale su minorenne e poche ore più tardi, dopo il fotosegnalamento e il disbrigo delle pratiche burocratiche riguardanti l’arresto, il 29enne è stato portato in carcere.

Qui, come a tutti coloro che compiono reati sessuali contro donne e minorenni, non ha ricevuto una buona accoglienza ed è stato picchiato tanto da essere poi stato costretto a farsi medicare all’interno dell’infermeria.

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