Vivaldi

Alberto Fassina
Quello per “Beetlejuice, Beetlejuice” sarà il primo red carpet della Mostra del Cinema 2024, e a sfilare tra flash di fotografi e cellulari sguainati nella speranza di un selfie ci sarà una delle coppie glam più sorprendenti di questi ultimi mesi: Tim Burton e Monica Bellucci. Lo stesso giorno a dare il via alle Giornate degli Autori sarà l’ultimo film sceneggiato, prodotto e interpretato da Chiara Francini, “Coppia aperta quasi spalancata” che prendendo ispirazione dall’omonima pièce scritta da una delle coppie più famose del panorama culturale italiano, Dario Fo e Franca Rame, prova a ragionare attorno al tema del poliamore e delle nuove forme dello stare assieme.
Insomma, già dai primi fotogrammi sarà una Mostra di coppie dentro e fuori lo schermo, coppie artistiche e coppie ritrovate come gli amici George Clooney e Brad Pitt che tornano a lavorare assieme dopo quasi 16 anni (l’ultima volta inaugurrarono Venezia 2008 con “Burn after Reading” dei fratelli Coen).
Tra le coppie dentro lo schermo la più attesa è quella formata da Joaquin Phoenix, Lady Gaga, rispettivamente Joker e Harley Quinn. Il pubblico non vede l’ora di scoprire cosa ha immaginato per loro il regista Todd Philps, già Leone d’oro con il primo capitolo di questa avventura che non sappiamo ancora se resterà un dittico o diverrà una nuova redditizia saga. Phoenix è uno degli attori più talentosi della sua generazione, Lady Gaga una star mondiale, i vestiti dei personaggi che sono chiamati ad indossare sono super cool.
E se certe coppie nascono altre rischiamo di distruggersi. È quel che succederà a Nicole Kidman e Antonio Banderas, marito e moglie in “Baby Girl”. Lei potente e autoritaria ceo di un’azienda, si ritroverà coinvolta in una torbida relazione extraconiugale con il suo giovane e carismatico stagista. Atteso ritorno per la Kidman che manca dal Lido dal 2004 (Birth) e che nel 1999 assieme al marito Tom Cruise portò alla Mostra “Eyes Wide Shut”, opera postuma di Stanley Kubrick, e anche in quel caso si raccontava di una crisi coniugale.
Cruise-Kidman per anni furono immortalati sulle copertine delle riviste di tutto il mondo, poi l’amore finì e il virtuale testimone passò a un’altra coppia da sogno: Brad Pitt e Angelina Jolie, un’unione e un neologismo, nascevano i Brangelina. Sembravano una delle unioni più solide di Hollywood, sei figli più di dieci anni d’amore, fino al divorzio richiesto dalla Jolie nel 2016. Al Lido ci saranno entrambi, ma in date strategicamente diverse.
Il 29 Agosto la Jolie presenterà la sua “Maria” (Callas) ruolo che ha scelto per lei il regista Pablo Larrain, mentre Pitt arriverà a Venezia l’1 Settembre con “Wolfs” il film che lo riporterà a dividere la scena con l’amico George Clooney con il quale oltre al già citato “Burn After Reading” aveva arricchito per tre volte il cast della banda di ladri di “Ocean’s Eleven”.
Ma non solo coppie (o ex coppie) di cuori; nel Concorso di quest’anno si trovano anche due film diretti da fratelli. Delphine e Muriel Coulin sono francesi e hanno realizzato “Jouer avec le Feu”, mentre gemelli sono Ludovic e Zoran Boukherma che si sono presi l’impegno di portare sullo schermo “Leurs Enfants Après Eux”, ovvero la riduzione cinematografica di “E i figli dopo di loro”, uno dei più importanti libri usciti in Francia negli ultimi anni (premio Goncurt nel 2018) scritto da Nicolas Mathieu, scrittore molto impegnato politicamente la cui recente relazione con Charlotte Casiraghi ha fatto chiacchierare la stampa francese. Chissà se i due saranno presenti al Lido per l’anteprima mondiale del film. In coppia girano anche Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, “Iddu” è il loro film, ispirato alla storia del boss Matteo Messina Denaro.
Coppia nella vita, Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, Fuori Concorso portano “Bestiari, erbari, lapidari”. Dalla stessa sezione, “One to one: John & Yoko”, tanto materiale inedito per raccontare la relazione tra Lennon e Yoko Ono, mentre il regista Amos Gitai dirige “Why War”,l dialogo tra due delle figure più centrali del secolo scorso: Albert Einstein e Sigmund Freud che dal 1931 intrapresero un lungo carteggio attorno a una sola vertiginosa domanda: “Perché la guerra?” .
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