Vacanza tragica in Turchia, Arian muore a 10 mesi

Lutto a San Donà e Musile. Appello dei genitori per riportare il bimbo a casa. La mamma: «Stava bene, due ore dopo aveva un colorito viola»

Giovanni Cagnassi
Papà Bogdan e mamma Roxana con il piccolo Arian
Papà Bogdan e mamma Roxana con il piccolo Arian

Bimbo di 10 mesi muore in Turchia mentre si trova in vacanza con la famiglia. Una tragedia che non ha fine per Arian Roman, spirato all’ospedale di Antalya, presso la località turistica di Lara, in Turchia, dove si trovava con papà, mamma e fratellino, e alcuni amici, tutti rumeni.

La famiglia vive da 22 anni in Italia. È vissuta a San Donà e, da poco tempo, si è trasferita a Musile. Ora la salma è bloccata e non può partire per l’Italia dove un volo sarebbe pronto per questa sera.

In assenza della documentazione richiesta dal consolato non sarà possibile decollare con la salma. Il consolato italiano ha fatto richiesta di documentazione cartacea per il trasferimento che a San Donà è stato affidato alle onoranze funebri Bustreo, in queste ore impegnate per l’espatrio. Oggi l’assessore di San Donà, Lucia Camata, sarà in Comune per mettersi in contatto con il consolato e tentare il tutto per tutto per velocizzare le pratiche.

«Chiediamo solo di poter tornare a casa con nostro figlio», ha detto ieri la donna lanciando una serie di appelli anche attraverso i social. Ora si sta mettendo in moto una catena per aiutarli. Questo l’IBAN per chi volesse aiutare la famiglia nelle ingenti spese da sostenere per il rimpatrio della salma: IT75A0623036141000015266780.

La vicenda

Arian era arrivato il 12 agosto con mamma Roxana Roman, 37 anni, che lavora in una fabbrica a Ceggia, e papà Bogdan Roman 36 anni, che si occupa di lavori in cartongesso, quindi il fratellino Iannis di 6 anni. Alloggiati all’hotel Royal Seginus c’erano anche altri amici rumeni in vacanza con loro a Lara in Antalya, spiaggia conosciuta a livello internazionale. Sarebbero dovuti rientrare a casa nel fine settimana. Ma alle prime luci dell’alba, dopo la prima notte, il bimbo è stato male.

«Si è svegliato alle 5», racconta in lacrime la mamma ricordando il suo piccolo che avrebbe compiuto 10 mesi settimana prossima, «Stava bene. Aveva mangiato alle 3. Tutto normale, anche che si era svegliato alle 5 senza dare alcun segnale preoccupante. Ma verso le 7 ho notato che aveva delle chiazze sulla pelle, poi aveva un colorito viola che si è allargato su tutto il corpo e non si reggeva con la schiena mentre lo tenevo in braccio».

La donna ha subito chiesto aiuto, ma non c’erano medici a disposizione. Sono arrivati dei turisti ucraini e tedeschi, poi diversi appartenenti al personale dell’hotel. Solo più tardi un medico lo ha visitato.

«Hanno chiamato un autoambulanza», ricorda la donna «ma è arrivata molto tempo dopo, troppo. Non arrivava mai e già era trascorso del tempo. Sono arrivati in ospedale ad Antalya con il piccolo e, poco più tardi, mi hanno detto che era morto. Non sappiamo ancora perché».

L’odissea

La donna ha dovuto attendere l’autopsia, poi rilasciare dichiarazioni, assieme al marito, alla polizia che le ha raccolte in ospedale sottoscritte da entrambi i genitori. «Siamo ancora in Turchia» risponde al telefono esausta, «Il volo per riportare a casa nostro figlio è un miraggio. Il consolato italiano di Smir, perché mio figlio è italiano oltre che cittadino rumeno, chiede la documentazione cartacea all’agenzia funebre in Antalya. Non basta una Pec via mail che sarebbe istantanea. Abbiamo già pagato 5 mila euro di spese varie, solo grazie ai nostri amici che ce li hanno prestati. Non possiamo stare qui ancora a lungo. Ho visto mio figlio prima e dopo l’autopsia, ora vorrei solo portarlo a casa».

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